Dodici consiglieri comunali hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore alla Cultura, Emanuele Coppola. Alla base del documento (firmato da tre esponenti del Pd, 4 dei Popolari per il Buon Governo, da Nello Tuorto di Polis, 2 dell’Udc e Riziero Esposito del Pdl) la grave decisione di concedere l’uso del Castello D’Alagno per far svolgere la festa di pensionamento del preside del I° Circolo didattico. “Dopo decenni di incuria”, scrivono nella mozione, “il castello D’Alagno è stato recuperato, con lo scopo precipuo di realizzare una biblioteca multimediale, un museo archeologico interattivo ed un centro di formazione e documentazione archeologica. Ciò nonostante, l’assessore Emanuele Coppola, in totale spregio alla destinazione attribuita al Castello D’Alagno attraverso l’utilizzo di fondi non comunali ed alla normativa ratione materiae applicabile agli enti locali, in maniera del tutto arbitraria, ha, di fatto, compulsato i competenti uffici, affinchè si autorizzasse l’utilizzo, peraltro gratuito, del menzionato bene pubblico per un interesse meramente privato”. Nonostante non si metta in dubbio “la meritevole opera prestata dal Prof. Francesco D’Ascoli nell’esercizio delle sue funzioni dirigenziali”, i consiglieri aggiungono che alla figura del preside non possa riconoscersi il carattere “illustre”, così come all’evento stesso gli attributi di eccezionalità ed istituzionalità”. Motivi che Coppola aveva posto alla base della richiesta avanzata per ottenere l’autorizzazione dal dirigente comunale. Inoltre, ad oggi non esiste nessun regolamento “del funzionamento della struttura”, e quindi “alcun potere aveva l’Assessore Coppola o chi per esso ad autorizzare la celebrazione in parola, in quanto in mancanza di una disposizione consiliare o per delega giuntale in tal senso, qualsiasi provvedimento assume, per forza di cose, i caratteri della illegittimità amministrativa, dell’illecito erariale e penale”. L’assessore, secondo i consiglieri, non ha perseguito un interesse collettivo sull’onta di una supposta vocazione “festaiola”, ha inteso imprimere al Castello finalità non previste”. A questo punto ci si attende che sia lo stesso assessore a prendere atto della gravità di quanto accaduto e rassegni le sue dimissioni.

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