Salvatore Kosta di “Kore” invita a scoprire la tradizione dei maestri impastatori dell’arte bianca oplontina
Torre Annunziata, città che affonda le sue radici in un passato operoso e opulento, è conosciuta anche come la culla della gloriosa “arte bianca”. Qui, al centro del Golfo di Napoli, la tradizione si è evoluta fino a divenire il simbolo dell’eccellenza culinaria italiana. Al centro di questa tradizione secolare, emerge la figura del “o’ mast’ ‘mpastatore”, il maestro che con sapienza e accortezza dosava gli ingredienti per creare un prodotto perfetto. Una professione che ha perso la sua importanza nel tempo ma che è stata valorizzata nuovamente da Salvatore Kosta, “il professore” degli impasti, coniugando passione, competenza e rispetto per una storia millenaria dove il cibo incontra la tradizione.
Salvatore Kosta non è solo il creatore degli impasti per pizza, ma un vero e proprio scienziato del cibo. Tecnologo alimentare e laureato alla facoltà di Agraria, conosce alla perfezione le quantità e le dosi degli ingredienti che trasformano una semplice pizza in un capolavoro. Il suo locale a Torre Annunziata, “Kore”, non è soltanto un gioco di parole con il suo nome, ma un manifesto di come cuore e passione si uniscano a cervello e studio per creare l’eccellenza.
Recentemente, la pizza napoletana è stata al centro di una polemica innescata da Flavio Briatore, il quale l’ha definita “gommosa e cruda”. Kosta non ha tardato a rispondere, difendendo con fervore le caratteristiche uniche della pizza napoletana: l’alta idratazione, i tempi di cottura, e la tradizionale modalità di consumo “a portafoglio”. “La pizza napoletana è un’arte che si assapora”, afferma Kosta, “e se Briatore l’ha trovata gommosa, forse ha semplicemente visitato la pizzeria sbagliata o l’ha lasciata troppo tempo nel piatto prima di gustarla.”
Salvatore sottolinea che la vera maestria risiede nelle fondamenta: la conoscenza dell’impasto, che è alla base di tutti i prodotti dell’arte bianca. Mentre per la pasta e il pane ci soffermiamo a giudizi personali, questi sembrano diventare oggettivi quando si parla di pizza. Nel caso della pizza napoletana, che può piacere o meno, l’unico dato oggettivo è che, grazie al capoluogo campano, è diventata una specialità gastronomica famosa in tutto il mondo.
Ma Kosta non si ferma alla difesa: lancia una sfida. Da Torre Annunziata, invita Briatore a provare la sua pizza, frutto di una sapiente unione di tradizione e innovazione e a seguire i suoi corsi di formazione. Lui, l’inventore della “Napcrunch” in tripla cottura, che ha portato le sue abilità nelle migliori pizzerie della provincia di Napoli, è pronto a dimostrare che la vera pizza è un incontro tra storia e modernità.
Torre Annunziata non è solo un luogo, ma un simbolo della passione e della maestria che contraddistinguono l’arte bianca. E Salvatore Kosta ne è il custode, un uomo che con passione, studio e determinazione porta avanti una tradizione secolare, trasformandola in un’esperienza indimenticabile per chiunque varchi la soglia del suo locale.
La sfida è lanciata, e la storia è pronta a essere scritta, ancora una volta, da Torre Annunziata, dalla pasta, al pane e alla pizza, con farina e cuore.
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