SANT’ANASTASIA. Riceviamo e pubblichiamo nota stampa dell’associazione neAnastasis.
In questi ultimi tempi diverse forze politiche hanno portato all’attenzione della cittadinanza e dell’amministrazione comunale la situazione del grave degrado in cui versa il Parco pubblico Tortora Brayda. Nell’ultimo consiglio comunale i consiglieri di opposizione, Dr. Iervolino e Avv. Maiello, hanno formulato una interrogazione in cui declinavano i vari aspetti di questo degrado, incluso gli abusi edilizi realizzati dal concessionario del chiosco, poi trasformato in ristorante. Ricordiamo che la vicenda ebbe inizio nel 2013, quando a guidare l’amministrazione comunale era lo stesso sindaco Esposito che oggi siede a palazzo Siano. Su questa vicenda, due anni fa, il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza (inappellabile) che indica il ripristino dei luoghi e che, per arcani motivi, non è mai stata eseguita. E’ molto curioso che Sindaco e assessori abbiano dichiarato di non conoscere questa sentenza. Delle due l’una: o hanno uno scarso controllo della macchina comunale oppure fanno i finti distratti. E’ ancora più curioso che, nella stessa seduta consiliare, l’assessore Romano abbia avanzato la proposta di alienare l’edificio storico edificato alla fine del “600, elemento integrante del Parco, a causa di mancanza di fondi per una sua ristrutturazione. Ma non era questa l’amministrazione che aveva annunciato di essere capace di intercettare fondi a destra e a manca? Non esisteva un progetto che prevedeva la realizzazione della parte nuova del Parco (ex mercatino delle piante) e la ristrutturazione dell’edificio storico, progetto che venne realizzato solo per la prima parte? Non sarebbe il caso di indagare innanzitutto dove siano finiti quei fondi non spesi? Per giustificare questa operazione l’assessore Romano ha chiarito che il ricavato dalla vendita verrebbe impiegato per il completamento di aule del complesso scolastico della Starza per evitare che una parte dei bambini di quel quartiere debbano spostarsi verso il centro. Fermo restando che tutti auspichiamo che queste aule vengano realizzate quanto prima, ma non sarebbe il caso di guardare ai fondi del recovery fund che a breve saranno disponibili per il rilancio della scuola italiana? Le contraddizioni sono tante e, se combinate allo stupore sulla sentenza del Consiglio di Stato, non fanno che aumentare le perplessità su questa incomprensibile proposta. Tornando alla questione più generale del Parco Tortora Brayda, occorre però sottolineare che il degrado in cui esso versa, che qualcuno nota solo oggi, è in realtà iniziato sin dalla sua inaugurazione. Le aiuole semi abbandonate, il crollo dei rivestimenti delle strutture edificate, la caduta dei paletti per l’illuminazione, etc. sono fenomeni non attribuibili al solo vandalismo o alla mancata manutenzione ma, molto probabilmente, ad una esecuzione grossolana dei lavori ed una scelta dei materiali scadenti su cui chi doveva controllare non l’ha fatto. L’associazione neAnastasis si è molto impegnata in questi lunghi anni nel denunciare tutto ciò ma, soprattutto, nell’indicare nel Parco Tortora Brayda uno dei progetti più significativi su cui tutte le forze politiche dovrebbero convergere. Un polmone verde di tale bellezza e vastità (46.000 mq) situato in prossimità di uno dei Santuari più antichi della Campania (Madonna dell’Arco) e connesso al Parco Nazionale del Vesuvio rende il Parco Tortora Brayda un unicum nell’intera fascia dei comuni vesuviani interni ed un’occasione di rilancio economico del territorio.
Vorremmo, infine, invitare l’assessore Romano, e l’intera amministrazione, a ripensare alla buffa proposta di alienare l’edificio storico, andando anche a rileggere l’atto di transazione sancito nel 2002 tra la cooperativa IDAS e il Comune nel quale, a più riprese, è ribadita la destinazione a Villa Comunale del Parco naturalistico e dell’annesso edificio storico. Per concludere, l’assessore Romano potrebbe impegnarsi di più per reperire fondi sia per la scuola che per la ristrutturazione del Parco. La comunità cittadina dovrebbe mostrarsi più attenta e partecipe per tutelare un bene comune così prezioso, come il Parco e l’edificio storico dei Tortora Brayda, e concorrere ad un dibattito per una scelta condivisa sulla destinazione pubblica di tale struttura.
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