POMIGLIANO D’ARCO. Un semplice arresto si trasforma in una retata. È accaduto in un bar di via Manna, dove i carabinieri si erano recati con un mandato d’arresto per Francesco Cipolletta. L’uomo, 34 anni, residente in via Nazionale delle Puglie e già noto alle Forze dell’Ordine, era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di Orvieto lo scorso 4 aprile. L’accusa era quella di furto aggravato in concorso, reato commesso da Cipolletta per l’appunto ad Orvieto. Al loro arrivo al bar nel quale si trovava Cipolletta, i carabinieri hanno tratto in arresto anche Gaetano Baia, 35 anni, Salvatore Esposito, 39 anni, Giosuè Carmine Viano, 40 anni, e Vincenzo Carlo Antignani di 27 anni, tutti residenti in via Legge 219, nonché Marco Napolitano, 29 anni, residente a Casalnuovo in via Bellini e Giuseppe Castelluccio, 38 anni, di Pomigliano d’Arco. Tutti gli arrestati, ad eccezione di Castelluccio sono già noti alle Forze dell’Ordine. L’accusa per loro è quella di resistenza al Pubblico Ufficiale. Per lo stesso motivo è stato denunciato in stato di libertà anche un 17enne del posto. Al momento dell’arresto di Cipolletta, erano tutti presenti e hanno cercato di difendere l’uomo ostacolandone l’arresto. Ma la lista degli arrestati continua. Antonio Calvanese, 31 anni, anch’egli già noto alle Forze dell’Ordine e residente in via Legge 219, è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento personale, in quanto durante le perquisizioni in casa sua sono stati ritrovati indumenti appartenenti a Cipolletta, di cui, tra l’altro, è cognato. Ai danni di Calvanese, inoltre, che è il titolare del bar in cui è avvenuto l’arresto collettivo, è scattata un’ulteriore denuncia per gioco d’azzardo e il locale è stato sottoposto a sequestro per mancanza delle autorizzazioni sanitarie. Cipolletta è stato condotto al carcere di Poggioreale, mentre tutti gli altri sono in attesa di rito direttissimo.
Mina Spadaro
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