domenica 24 Novembre 2024
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Ottaviano. Spese gonfiate per emergenza incendi e rifiuti: assolti imprenditore e architetto comunale

Ottaviano. Sono stati assolti i quattro indagati coinvolti nell’indagine iniziata nel 2017 nell’ambito dell’emergenza incendi sul Vesuvio. Il titolare di una ditta edile con due suoi collaboratori e il responsabile dell’ufficio tecnico di Ottaviano da ieri sono finalmente ritornati a respirare dopo un incubo giudiziario durato più di quattro anni. Secondo gli inquirenti nella terribile estate del 2017, quando sul Vesuvio scoppiarono numerosissimi incendi, l’architetto comunale che faceva parte COO (Centro operativo comunale) avrebbe preso «accordi» poco chiari con la ditta edile incaricata ai lavori. Nello specifico il funzionario era stato accusato di aver falsificato gli atti per favorire economicamente la ditta appaltatrice. Per gli inquirenti le spese sostenute dall’azienda erano state «gonfiate», alcuni lavori non erano mai stati svolti e non tutti gli operai «dichiarati» avevano realmente lavorato. Ancora più grave la «colpa» ambientale che era ricaduta sulla ditta, accusata anche di aver interrato i rifiuti al di sotto dei binari della vecchia stazione di Ottaviano con il beneplacito del dirigente comunale. Il Gip, all’epoca dei fatti, aveva anche posto sotto sequestro la vecchia tratta dell’ex linea ferroviaria San Felice a Cancello – Torre Annunziata, dove presumibilmente erano stati sotterrati i rifiuti non pericolosi. A distanza di 4 anni, gli indagati però sono stati tutti assolti «perchè il fatto non costituisce reato». Con la sentenza emessa ieri, venerdì primo luglio, è stata messa la parola fine ad una vicenda che per anni ha fatto molto discutere. Il giudice ha accolto le richieste di assoluzione dei legali. La difesa, in particolar modo l’avvocato Antonio Tomeo legale dell’imprenditore, ha dimostrato che i lavori sono stati regolarmente svolti. La ditta ha rispettato correttamente i punti del capitolato e i rilievi effettuati sull’ex linea ferroviaria hanno confermato ciò che era stato sotenuto dai legali degli indagati, cioè che i rifiuti sono stati interrati in quella zona precedentemente ai lavori legati all’emergenza incendi e quindi non imputabili nè alla ditta messa sotto accusa e neanche al dirigente comunale.

 

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