OTTAVIANO. Proiettili in una busta ed un messaggio chiaro “stai attento e fatti i cazzi tuoi”. Vittima di queste minacce un dipendente comunale di Ottaviano, in servizio al locale ufficio Tecnico. L’uomo ha già denunciato l’episodio ai carabinieri che indagano, ma intanto sulla vicenda si sono espressi il sindaco ed un consigliere di maggioranza, Capasso ha anzi già scritto al prefetto Gerarda Maria Pantalone affinchè convochi una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. “A nome mio e di tutta l’amministrazione comunale esprimo totale solidarietà al dipendente del Comune di Ottaviano vittima di un grave atto intimidatorio”, ha commentato il primo cittadino Luca Capasso, “Riponiamo piena fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura: siamo certi che faranno chiarezza sulla vicenda e individueranno i responsabili del gesto. Intanto, appena ho appreso la notizia, ho provveduto ad inviare al Prefetto di Napoli la richiesta di convocazione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Condanna delle minacce anche da parte del consigliere Felice Picariello: “Qualche giorno fa Geremia Biancardi, Sindaco di Nola, trova sotto casa una lettera che lo minaccia di morte, una morte feroce: sciolto nell’acido; oggi apprendo che un dipendente del comune di Ottaviano, nella sua auto, ha rinvenuto una busta con 2 pallottole con tanto di scritta: stai attento e fatti i cazzi tuoi. È chiaro che c’è il meschino tentativo di aggredire le istituzioni ma soprattutto di mortificare chi ogni giorno, con passione e sacrificio, invece di starsene in disparte, prova a dare il suo contributo per migliorare il territorio in cui vorrebbe far crescere i proprio figli, i propri nipoti.
Chi usa il linguaggio della violenza non è degno. Non è con le pallottole, il fuoco o l’acido che si argomenta o si arricchisce il proprio status, la propria vita. Si diventa ricchi scegliendo di essere persone libere e perbene, rinnegando il male, assaporando l’onestà e schierandosi dalla parte giusta”.
Mi dispiace per Geremia, per Enrico, per le loro famiglie ma mi rattristo anche per la mia città, ancora costretta a sopportare queste barbarie.
Che dire: schiena dritta e niente paura, perché chi ha paura muore ogni giorno.
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