venerdì 20 Settembre 2024
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Ottaviano. L’ultimo saluto a Taras. Corteo di motociclisti per l’ultimo saluto al giovane

Ottaviano. E’ stato il giorno dell’addio, il giorno di chi lo ha voluto salutare con una pioggia di petali bianchi e quelle magliette con lo slogan “Taras sempre con noi”. Perché lui non era un ragazzo come gli altri “lui era speciale”. Taras Bakalyk, vent’anni di origine ucraina viveva da anni nella città ottavianese, da così tanti,che ormai aveva dimenticato le sue origini ucraine. Solare, dolce e un ragazzo con la testa sulle spalle. I suoi amici erano tutti italiani, nessun ucraino “una scelta” racconta chi lo conosceva “lui non era come alcuni ucraini che stanno con le birre in mano, voleva vivere bene e aveva tanti sogni”. Ma qualcosa nella notte tra domenica e lunedi ha sconvolto la sua vita. Quello che gli sia passato in mente è il suo segreto, quello che ha voluto portare con sé nella tomba, quando ha deciso che voleva smettere di vivere. Al civico 36 della su abitazione in via Angelo Annunziata Taras ha deciso di togliersi la vita. Si è impiccato con una corda. E il suo corpo senza vita è stato trovato dal padre solo la mattina seguente. Un giallo assurdo dove difficile è la rassegnazione. E ieri mattina in tanti nella chiesa di San Lorenzo hanno voluto omaggiare il giovane Taras. Una vita spezzata ad appena vent’anni. L’autopsia predisposta dopo il ritrovamento del corpo senza vita non ha segnalato alcun segno di violenza o lite, come si era pensato in un primo momento. E le indagini seguite dal maresciallo Cuomo, della locale stazione dei carabinieri, non ha sottolineato alcun dettaglio investigativo. L’unica certezza è che Taras domenica sera, al rientro dalla discoteca, dopo una serata trascorsa con gli amici ha deciso di impiccarsi. Nel giorno dell’ultimo saluto, alla cerimonia funebre, centinaia gli amici che hanno deciso di salutarlo perl’ultima volta: all’uscita del feretro dalla chiesa un gruppo di motociclisti del Motoclub Vesuviani lo hanno accompagnato in corteo sino al cimitero. Un segno di amicizia e di dolore, come la scelta degli amici di sostenere, attraverso una raccolta fondi, le spese del rito funebre.

Giovanna Salvati

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