Ottaviano. “Ricordare un eroe ma soprattutto farlo ogni giorno è io nostro principale obiettivo che tenga conto del valore di un uomo ma soprattutto che sia da esempio a chi ogni giorno si impegna sul territorio”cosi ha esordito il Questore di Napoli Luigi Merolla alla celebrazione di commemorazione del brigadiere Luigi Carbone. Un uomo semplice ma soprattutto dedito al dovere e a quel lavoro che purtroppo gli ha regalato la morte. Tanti uomini sono morti vittime di mani omicide che senza alcuna pietà hanno cancellato il valore e la vita in pochi istanti. E anche questa volta, dopo 30 anni corre l’obbligo di ricordare per non dimenticare il Brigadiere della Polizia di Stato Luigi Carbone vittima del dovere. Prestava servizio alla Digos il Brigadiere della Polizia di Stato Luigi Carbone, deceduto il 27 aprile del 1981, a seguito delle ferite riportate nel corso dell’attentato terroristico, finalizzato al sequestro all’Assessore regionale Ciro Cirillo.Quel giorno Carbone era di servizio di scorta all’assessore e viaggiava con lui ed il suo segretario, all’interno dell’auto blindata quando, intorno alle 21,45, mentre erano ormai giunti nei garage sottostanti l’abitazione di Cirillo, furono aggrediti da un commando armato delle Brigate Rosse.Il Brigadiere Luigi Carbone e l’autista, un dipendente della Regione Campania, morirono sul colpo mentre, il Segretario dell’Assessore fu ferito alle gambe. E cosi ieri mattina alle ore 11,00, presso il cimitero di Ottaviano, in occasione del 30° anniversario, alla presenza della moglie e del figlio, a nome del Capo della Polizia, Prefetto Antonio Manganelli, è stata depositata sulla tomba del Brigadiere Carbone, già medaglia d’oro al valor civile, un omaggio floreale. “Il ricordo più bello di mio padre è quello che ci trasmetteva ogni giorno – racconta la figlia Patrizia – nella sua passione ferma e viva per gli altri, l’amore per il lavoro e soprattutto per il corpo della Polizia di Stato a cui ha dedicato l’intera sua vita”.Silente invece la vedova Carbone che commossa ha stretto forte le mani del questore Merolla.Chi ricorda bene quegli anni terribili è Antonio Iervolino, ex senatore, ex sindaco Dc di Ottaviano e ora assessore provinciale a Napoli: “Erano gli anni del terremoto, della violenza e della sopraffazione. Tutta la città di Ottaviano rimase scossa da quell’episodio”. Sono state le parole del cappellano della polizia di stato don Fabio a scolpire nelle menti dei presenti la forza ed il coraggio di un uomo che da oggi riecheggerà anche nei manuali di formazione della polizia di stato. Commosso il primo cittadino Mario Iervolino “non si possono e non si devono dimenticare gli eroi”.
Giovanna Salvati
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