Roccarainola. La notte scorsa Gianpaolo De Angelis, ex assessore all’Urbanistica del Comune di Nola, è tornato libero dopo 15 giorni in cella. Era recluso nell’istituto penitenziario del quartiere napoletano di Secondigliano dal blitz contro il clan Fabbrocino del 31 marzo scorso.
È stato scarcerato dopo che il tribunale del riesame ha accolto l’istanza presentata dal suo avvocato, Salvatore Bifulco. De Angeli, 41 anni imprenditore di Roccarainola, era stato arrestato su richiesta della Dda ritenuto un fittizio intestatario di quote sociali della Gifra, ditta con sede a Saviano e riconducibile alla famiglia camorristica con il ruolo di raccordo e intermediazione tra gli imprenditori estorti e la cosca, oltre che esecutore delle direttive che gli venivano impartite da Giovanni Fabbrocino (erede del capoclan Mario) e suo cognato Giovanni Prevete, anche loro arrestati nel blitz. Sin dall’inizio De Angelis aveva risposto agli interrogatori degli inquirenti, fornendo la sua versione dei fatti e ribadendo la completa estraneità ai fatti che gli venivano imputati. Restava in carcere, da qui il ricorso al Riesame che ha deciso per la scarcerazione, non ha altre misure restrittive è dunque libero in attesa di processo. L’imprenditore rispondeva di associazione a delinquere di stampo camorristico e interposizione fittizia dei beni. Risultava essere prestanome e socio occulto di Giovanni Fabbrocino. Proprio a smontare questa accusa ha puntato la difesa. Tutto comincia con la Magi, una società del De Angelis che si occupa della costruzione di un parco residenziale a Palma Campania, e che affianca la Gifra (società al centro dell’inchiesta) che si occupava dell’operazione immobiliare. Nel 2007 la Gifra, da semplice società di intermediazione immobiliare diventa anche produttrice di calcestruzzo, in quel momento al vecchio socio subentra l’imprenditrice sommese Maria Luisa Cozzolino. Allora De Angelis, che all’inizio era coamministratore, non lo è più, resta nella compagine societaria, ma con ruolo diverso e la Cozzolino diventa esclusiva amministratrice. De Angelis, ha spiegato agli inquirenti, che rimane socio della ditta perché avendo costruito il parco, avendo dei debiti con i fornitori e spettanze dagli acquirenti se fosse uscito dalla società non avrebbe avuto più il controllo sulle entrate e non avrebbe potuto più pagare i suoi debiti. Resta, dunque per controllare e monitorare e avere la possibilità di non perdere pagamenti e poter pagare i fornitori. In un’articolata memoria difensiva l’avvocato Bifulco ha sottolineato che non c’erano indizi per sostenere il 416 bis. Tesi accolta dal tribunale del Riesame.
DA CRONACHE DEL NOLANO DEL 16 APRILE
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