SOMMA VESUVIANA. Detiene il drammatico primato di essere stato il primo arrestato in Italia per il reato di omicidio stradale per aver causato la morte di Antonio Tufano, giovane di 28 anni rimasto ucciso in via San Sossio il 26 marzo scorso.
E’ anche uno dei 21 arrestati dell’inchiesta che ha riguardato i clan D’Avino e Anastasio, il traffico di droga e le estorsioni. Secondo gli inquirenti, infatti, Pepe che è ancora ai domiciliari in ospedale per le ferite riportate nel terribile impatto andrà poi in carcere perchè deve rispondere di spaccio di sostanza stupefacente aggravata dalla modalità mafiosa in quanto agevolava il clan D’Avino dal quale si riforniva e al quale versava una “quota” settimanale degli introiti della vendita della cocaina. Di come gestiva lo spaccio, dei clienti, dei problemi economici e dei soldi che dava alla cosca si parla lungamente negli atti dell’inchiesta.
In particolare Pepe rientra fra i soggetti che gravitano nel clan D’avino e la sua competenza è quella relativa allo spaccio. Come dimostrano anche alcuni elementi di prova. Secondo quanto accertato dai carabinieri Pepe chiede a Mario Schetter, un altro degli arrestati e esponente di spicco della cosca, di picchiare un personaggio del “parco”, cioè delle case popolari di via San Sossio, del Parco Fiordaliso. Si rivolge a lui affinchè “dia una lezione” alla persona che gli ha fatto uno sgarro e che continua ad aggirarsi nei pressi del Parco con un atteggiamento di sfida. Schetter risponde a Pepe che non si deve preoccupare perché ci penseranno “loro” a risolvere il problema, appena sarà rientrato a Somma Vesuviana da Salerno, città in cui risiede la famiglia della moglie. “Non vi dovete muovere da quaggiù, fratello una giornata intera lo beccate”, dice Pepe e “Mario gli devo schiattare la testa fratello mio” “e dai”, gi risponde Schetter, “non preoccuparti, va bene lo picchio io adesso che vengo dai”. Poi ci sono molte altre conversazioni che Pepe ha con gli acquirenti della droga, nella maggior parte dei casi gli incontri con loro sono preceduti da telefonate nel corso delle quali veniva stabilito il luogo dell’incontro che, per lo più, era proprio al sua abitazione.
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.