Chiude il centro trasfusionale dell’ospedale “Santa Maria della Pietà”. Una notizia che non manca di destare polemiche. Tra i primi a protestare ufficialmente il sindacato Fials – Asl Napoli 3 Sud.
“Siamo venuti a conoscenza in questi giorni della dismissione in itinere del centro trasfusionale”, spiega in una nota Raffaele Salvatore Ambrosino, “Il Centro dell’ospedale è stato inaugurato nel 2002 e soddisfa il fabbisogno di sangue ed altri emocomponenti dello stesso nosocomio nonché dei pazienti domiciliari di gran parte del territorio afferente alla Asl Napoli3. Partecipa, inoltre, al progetto per l’Assistenza alle Fasce Deboli attraverso la produzione dei fattori di crescita tissutale per la cura delle piaghe da decubito e di altre lesioni trofiche”. Attività fondamentali che, come ricorda Ambrosino, sono assicurate “dalla disponibilità di un numero sufficiente di donatori volontari tale da non rendere necessario, salvo che in rari e per brevissimi periodi dell’anno, il ricorso al mutuo soccorso. Il Servizio non ha stipulato convenzioni con le associazioni di volontariato per l’approvvigionamento di sangue, quindi le unità prodotte sono a costo zero, se si escludono le spese gestionali che sono ai minimi consentiti”. Al centro affluiscono circa 1600 donatori all’anno, con un indice di donazione intorno all’1,4, che assicura un numero di unità per anno di circa 2300.
Dati che fanno comprendere quanto grave sarabbe la chiusura della struttura. “Comporterebbe un aggravio di spese da parte dell’Azienda”, aggiunge il sindacalista, “in quanto per la fornitura di plasma l’ospedale di Nola dovrà rivolgersi, previo compenso, ad associazioni che espletano tale attività o rifornirsi presso gli altri Presidi Ospedalieri con tutte le conseguenze negative in quanto verrebbe meno l’immediata disponibilità di sangue in caso di emergenza ed inoltre a questo si aggiungerebbero i costi di gestione degli automezzi e del personale da impiegare per il trasporto di tale componente.
Inoltre, i volontari non avranno più un centro zonale di riferimento e di conseguenza vi sarà una sicura diminuzione di donatori ed altresì verrà negato un importante servizio del nosocomio nolano che si rivolge ad una cospicua fetta di popolazione”. Una decisione che mortifica e fa perdere di valore, ancora una volta il “Santa Maria della PIetà”.
Motivi che portano alla protesta formale del sindacato. “Restiamo critici”, conclude Ambrosino, “e scettici dinanzi alle scelte scellerate che l’Azienda sanitaria sta attivando e si batterà nelle dovuti sedi istituzionali affinché il presidio di Nola torni ad essere un punto di riferimento strategico e di eccellenza per la numerosa popolazione cui si rivolge”. Appello che ora passa dal sindacato ai vertici dell’azienda, in attesa di conoscere il definitico destino della struttura.

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