giovedì 19 Settembre 2024
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Nocera. Neonato rapito, nato alle 11,00 è stato sequestrato alle 14,00. E’ caccia ad una donna

Nocera. Portare per nove mesi un bimbo in grembo, sentirlo scalciare all’interno del proprio grembo. Disegnare il suo viso, sognare il suo primo pianto. Urlare durante il parto pensando che stai dando alla luce tuo figlio e poi vedere la tua gioia sfumare perché qualcuno porta via quello che tu hai con sacrificio e amore messo al mondo. E’ questo l’epilogo di una tragedia, di un dramma, di un vero e proprio inferno, quello che in queste ore stanno vivendo una coppia di coniugi che nel primo pomeriggio hanno visto il proprio figlio finire nelle mani di una falsa infermiera che ad appena quattro ore dalla nascita lo ha portato via. E ora il pianto, la rabbia, la paura, la disperazione e la tragedia colorano di angoscia e disgrazia una famiglia di Nocera Inferiore. Era entrata in sala parto alle otto di questa mattina Annalisa Fortunato, una ragioniera di Nocera, al suo fianco il marito, Fabio Cioffi, maresciallo dell’esercito tornato venerdi pomeriggio da una missione in Libano,per assistere alla nascita del suo secondo genito. E cosi è stato. Tante lacrime di gioia e un uragano di felicità quando intorno alle nove, la moglie Annalisa gli ha regalato un altro figlio. A casa, già il fiocco azzurro avvertiva del lieto evento: è nato Luca. Un bambino sanissimo e con due occhioni grandi nei quali lo specchio della vita riserva per lui tanta felicità. Ma qualcosa poi è cambiato. Annalisa ha potuto coccolare la sua piccola creatura per tutta la mattinata, tra poppate e controlli, visite di parenti e coccole dei due genitori il piccolo Luca sembrava la star della famiglia. Nel frattempo il nonno e la zia erano appena arrivati a portare gli auguri e a stringere il piccolo Luca. Da poco passate le 14,00. Luca è tra le braccia della mamma. Alla porta della sua stanza, all’Ospedale Umberto I di Nocera, una donna, con abbigliamento da infermiera bussa. Entra con fare tranquillo. Guarda mamma Annalisa e le dice “è ora di far fare un riposino a Luca, lo porto in culla”. Lo prende tra le braccia e sotto gli occhi ignari della madre, si allontana. Da li l’allarme. Luca non viene mai portato nella sua culla e solo dopo una mezz’ora,quando una vera infermiera entra per portar via Luca scatta l’allarme. Si tratta di rapimento. Le forze dell’ordine cercano di ricostruire l’intera vicenda e solo grazie alle testimonianze dei presenti si riesce a ricostruire dettagli più precisi. Si tratta di una donna giovane, di carnagione scura, capelli ondulati e lunghi, corporatura esile, altezza tra 1,70 e 1,75, nazionalità italiana perché ha scambiato parole con la mamma e con la nonna del bambino e ha dimostrato di conoscere bene la lingua. Non si tratta quindi di una rom come si era pensato all’inizio. La rapitrice ha approfittato della confusione dell’orario di visite ma non è escluso che sapeva perfettamente come muoversi nei locali dell’ospedale. Tra i 25 e i 30 anni, circa 1 metro e settanta di altezza, carnagione scura, ha indossato un camice bianco che – secondo quanto si è appreso successivamente – sarebbe stato ritrovato all’esterno del pronto soccorso. La falsa infermiera si sarebbe rivolta alla madre dicendole di stare tranquilla e che avrebbe portato il neonato al nido per degli accertamenti. Poi si è spostata in una stanza che si trova proprio di fronte al reparto di degenza e infine ha fatto perdere le sue tracce forse utilizzando un montacarichi. Luca era nato alle 11, e dopo circa tre ore di vita è stato rapito. Un caso davvero unico. Il padre al momento del rapimento si trovava a casa per accudire il primo figlio della coppia, un bimbo di due anni. Perché commettere un simile gesto? In queste ore l’ospedale è completamente blindato di forze dell’ordine, e anche nella cittadina è scattata la caccia alla donna, mentre il dramma e la disperazione cerca di mutarsi in speranza per i due genitori.

Giovanna Salvati

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