SANT’ANASTASIA. La rappresentanza anastasiana dell’UIC (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) invita le istituzioni comunali ad abbattere le barriere architettoniche al fine di rendere le strade del paese fruibili da tutti, soprattutto da persone diversamente abili. Per questi ultimi, gesti molto semplici come attraversare o semplicemente percorrere un tratto di marciapiede, possono diventare imprese impossibili se lungo il percorso si incontrano ostacoli quali ad esempio le auto parcheggiate sugli stessi marciapiedi o sulle strisce pedonali, indice di indisciplina dei cittadini e di scarso controllo da parte degli ufficiali competenti. Tali ostacoli, inoltre, possono procurare grandi problemi no solo ad un non vedente o a un disabile sulla sedia a rotelle, ma anche a cittadini con ridotta mobilità o a mamme col passeggino. Dagli anni ’60 ad oggi si sono emanati più di 45 provvedimenti legislativi a tutela dei diversamente abili. La legge n. 118 del 30 marzo 1971 ha previsto l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici, nonché l’accessibilità agli invalidi non deambulanti ai mezzi pubblici di trasporto e ai luoghi pubblici. Nel 1996 con un decreto emanato dal Presidente della Repubblica (D.P.R. 24 luglio 1996, n. 503) sono state fissate dettagliate prescrizioni tecniche riguardanti le strutture esterne, le caratteristiche strutturali interne degli edifici pubblici, e i servizi speciali di pubblica utilità (autobus, treni, metropolitane, marciapiedi,ecc.). L’osservanza di tale normativa, a mente della legge quadro
sull’Handicap n. 104 del 5 febbraio 1992, è demandata all’Ufficio Tecnico del Comune. “Disporre strisce pedonali in alcune aree cittadine, dove sono completamente consumate o inesistenti; vietare la sosta selvaggia sui marciapiedi; attuare il controllo delle soste per i disabili; eliminare i paletti non regolamentari; impedire l’invasione arbitraria dei marciapiedi da parte delle attività commerciali”: questo è quanto l’UIC di Sant’Anastasia, con una lettera indirizzata al Comune nella persona del sindaco, del vicesindaco, dell’assessore alle politiche sociali, dell’assessore alla viabilità, del comandante della polizia urbana, del responsabile dell’ufficio tecnico settore urbanistica, del presidente del consiglio comunale, della consulta comunale dei diversamente abili e del difensore civico, chiede sia fatto per migliorare la vita di persone che sarebbero altrimenti destinate a restare in casa non avendo la possibilità di uscire senza prepararsi ad un percorso ad ostacoli. Le richieste inoltrate, infine, non gravano economicamente sulle spese dell’amministrazione, ma richiedono buona volontà e senso civico.
Mina Spadaro
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