Pomigliano D’Arco. Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, intervenendo a un dibattito a Pomigliano d’Arco, ha difeso la posizione della Fiom rispetto all’accordo con la Fiat sullo stabilimento di Pomigliano d’Arco, siglato invece dagli altri sindacati. ‘In tutti i dibattiti televisivi – ha detto Vendola – si parlera’ solo della Fiom, di questo sindacato ‘maleducato’, senza pero’ parlare della vita di dolore di chi, come i lavoratori, e’ destinato a non essere neanche riconosciuto socialmente. Ma senza incontrare la Fiom e i lavoratori non si puo’ parlare dell’argomento’.
Vendola, inoltre, riferendosi al referendum indetto in fabbrica per la prossima settimana con il quale i lavoratori potranno esprimere la propria opinione sull’accordo, ha sostenuto che questo referendum ‘e’ solo una beffa che si aggiunge al danno’. ‘Non si tratta di un aut aut – ha concluso – ma soltanto di una corda che si mette al collo dei lavoratori che devono decidere, per fare un esempio, tra l’espulsione dalla vita e l’afasia”. Chi si straccia le vesti per la Costituzione – ha aggiunto – deve sapere che a Pomigliano c’e’ la tomba della Carta costituzionale. Ed e’ per questo, per riprendere la genesi sul discorso della luce e delle tenebre che dico che a Pomigliano ’splende’ la tenebra’.
Vendola, inoltre, ha sostenuto di non essere titolato a fare proposte per salvare lo stabilimento di Pomigliano. ‘La Fiom, invece, ne aveva avanzate – ha spiegato – ma mi sembra che non ci sia alcun tavolo di negoziato’.Lo sciopero e’ un diritto indisponibile dei singoli lavoratori – ha aggiunto Vendola – non appartiene ai sindacati, in quanto se anche un solo singolo lavoratore volesse scioperare o protestare in difesa dei propri diritti puo’ farlo. Invece, con l’accordo per Pomigliano mi sembra di essere in una modernita’ che puzza di feudalesimo’.
Vendola ha poi sostenuto che ‘piu’ sconfitti di cosi’ non si puo”. ‘Si poteva parlare di democrazia – ha concluso il presidente della Puglia – quando i lavoratori sono usciti dalla gabbia ed hanno contrattato per poter ottenere i diritti che gli sono negati oggi’.
Giovanna Salvati
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