SAN GIUSEPPE VESUVIANO. Da un sopralluogo per un cantiere abusivo la scoperta di due allevamenti di cani in cui numerosi animali erano tenuti senza cibo e in precarie condizioni igieniche. Una scoperta sconcertante quella effettuata dai carabinieri forestali della Stazione Parco di Ottaviano in una appezzamento di terra a San Giuseppe Vesuviano, in pieno Parco nazionale del Vesuvio. Proprio per verificare un cantiere, in cui si stava lavorando nell’area agricola ricadente nella riserva naturale, i militari hanno poi rinvenuto le strutture con gli animali. Ma procediamo per gradi. Il 24 ottobre gli uomini dell’Arma trovano in un fondo agricolo, di proprietà di un uomo residente a San Giuseppe Vesuviano, degli operai intenti a realizzare del massetto in cemento, dei muri in cemento armato e altre opere edilizie non autorizzate, da qui il sequestro di una vasta area di circa 2mila metri quadrati. Nel prosieguo del sopralluogo, venivano rinvenuti in un immobile realizzato nello stesso terreno 16 cani posti in box chiusi e senza cibo. Era necessario, dunque, l’intervento ed il supporto anche dei veterinari dell’Asl Napoli 3 che accertavano che il proprietario dell’allevamento li teneva in un locale di circa 200 metri quadri che non era nè pavimentato né imbiancato e lì vi erano 13 box in cui erano sistemati 16 cani. Una struttura inadeguata allo scopo per cui era stata creata, non aveva i requisiti igienico-sanitari e strutturali previsti dalla legge, in particolare venivano segnalate le seguenti mancanze: assenza di un locale destinato allo stivaggio ed alla preparazione degli alimenti; di spogliatoi, docce e servizi igienici per il personale addetto; di box adeguatamente attrezzati per la custodia dei cuccioli; di aree di comune utilizzo per la ricreazione dei cani; di una idonea schermatura dei box al fine di non permettere la visione reciproca tra gli animali; di un’adeguata illuminazione, i cani erano costantemente in penombra; erano presenti dei box per le “fattrici” privi di riscaldamento, il proprietario non aveva un attestato di formazione professionale, nè tantomeno un lettore microchip o un registro di “carico e scarico” dei cani vidimati dall’Asl.
Ma questo non era abbastanza, i carabinieri hanno continuato a controllare tutta la proprietà in disponibilità dell’uomo e a 200 metri circa da questo il personale della Stazione Parco hanno rinvenuto un altro allevamento, le cui strutture di ricovero degli animali sono ricavate da vecchi recinti. Una parte era costruita con lamiere non isolanti, e hanno trovato qui 10 cani sottoposti alle intemperie, altri box privi di copertura. Anche questo allevamento, come l’altro, non presenta i requisiti igienico-sanitari e strutturali previsti dalla legge ed entrambi sono stati sequestrati. Anche in questo caso la solerzia dei militari forestali impegnati nella verifica degli abusi edilizi ha permesso la salvaguardia degli animali che, altrimenti, nessuno avrebbe mai trovato.
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