Napoli. Il presidente dell’ordine degli ingegneri Edoardo Cosenza sul Polo Universitario di Napoli Est afferma: “E’ già un modello di Smart Community”.
“Le attività che si stanno sviluppando nel Polo Universitario di San Giovani a Teduccio rappresentano il primo nucleo di una Smart Community, una sorta di laboratorio le cui esperienze sono a disposizione di tutti coloro che sono interessati al concetto e soprattutto all’attuazione delle smart cities”, lo ha detto stamani – informa una nota – Edoardo Cosenza, Docente della Federico II, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli e delegato del Rettore Gaetano Manfredi al polo federiciano di Napoli Est.
Cosenza ha aperto i lavori del convegno sul tema “Smart City, Utopia o Futuro Possibile di una città metropolitana?”, organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Napoli e dall’Associazione Liberarchitettura al Dipartimento di Giurisprudenza della Federico II.
Il presupposto per la costruzione delle smart cities, delle città “intelligenti “grazie all’integrazione tecnologica, è un approccio di lavoro interdisciplinare e interprofessionale, in cui convergano esperienze e competenze innovative. Nel Polo Federiciano questo approccio è già una realtà, con la presenza, per esempio, della Apple Academy, del sede dell’incubatore d’impresa Campania NewSteel, della Cisco Academy (iniziativa promossa dal leader mondiale del networking e dell’information technology). In questo scenario, l’Ordine degli ingegneri – afferma Cosenza – è pronto a fare la sua parte, “anche allargando ad altre competenze la commissione speciale Smart City che abbiamo voluto istituire all’Ordine, coordinata da Luigi Napolitano”.
Il percorso per fare della città metropolitana di Napoli una smart city è ancora impegnativo. Nella sua relazione Luigi Napolitano ha evidenziato che, secondo una delle classifiche relative al Mezzogiorno ed elaborate per valutare quanto una città sia “smart”, Napoli occupa solo il 13° posto tra le prime quindici (in testa ci sono Cagliari, L’Aquila e Pescara). “Occorre non confondere – avverte Napolitano – il concetto di smart city con le applicazioni tecnologiche ad esso necessarie. Per intenderci, una efficiente rete wi-fi, il telecontrollo del traffico o del riscaldamento, i totem sull’infomobilità e le relative app sono solo le condizioni, necessarie ma non sufficienti, affinché una città sia davvero smart. Smart city – ha ribadito – è anzitutto una visione e un concetto condiviso. E questo è un concetto che va fatto proprio tanto dai politici e dagli amministratori locali, quanto dai tecnici e dai cittadini”.
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