NAPOLI. Oltre il bilancio, purtroppo, ulteriori problemi per Napoli. Acclarata la situazione di estrema difficoltà dell’Ente che potrebbe ritrovarsi, per il terzo anno consecutivo, con il piano di riequilibrio bocciato.
Questo aprirebbe la strada al dissesto per la terza città italiana per popolazione, guidata da Luigi De Magistris dal 2011. A catturare l’attenzione sono anche il fondo passività e rischi e la questione con il consorzio Cr8, un debito che risale al terremoto dell’Irpinia di circa 40 anni fa, come ci spiega Matteo Brambilla, capo-gruppo del M5S al comune di Napoli.
Qualche perplessità riguarda anche il fondo passività e rischi, ci spiega?
Si, ad esempio a Novembre il comune di Napoli potrebbe perdere un contenzioso con il parcheggio morelli, a breve ci sarà una sentenza definitiva. Ora l’avvocatura, sapendo che non ha fatto l’arbitrato, che dovrà esserci la sentenza a Novembre, doveva mettere questi otto milioni e mezzo di euro, che saranno da pagare, nel fondo rischi e passività potenziale. Questo significa che quei soldi non si potevano spendere perché a Novembre, se l’ente venisse condannato, si dovranno pagare subito. Se non si pagheranno subito si faranno pagare gli interessi di mora ai cittadini. Il comune di Napoli ha zero come fondo passività e fondo rischi. Cosa che abbiamo detto in commissione bilancio all’assessore di competenza che ci ha riso in faccia dicendo che ero poco esperto di bilancio e che non era mia materia la contabità. Poi il revisore dei conti, presente in quella commissione bilancio, disse che avevamo ragione noi, il fondo rischi era pari a zero.
Cosa mi dice sul famoso debito Cr8 relativo terremoto?
Noi ci siamo insediati il 18 luglio 2016 e al primo bilancio vidi che vi era un allegato in cui mancavano due pagine relative al Cr8. Siamo riusciti ad avere quelle due pagine ed a ricostruire il tutto. L’avvocatura disse al sindaco che bisognava pagare più di 80 milioni di euro al cr8, con una transazione l’ente pagava venti milioni e avrebbe chiesto allo stato di mettere la sua parte. Cosi facendo si evitava il pignoramento,che consisteva in un aggravio economico sulla somma da pagare. Invece di 80 milioni si arrivava a circa 125 milioni di euro da pagare con il consequenziale blocco della cassa. Il capo dell’avvocatura del comune di Napoli scrisse che era una scelta che doveva fare il sindaco,che non fece nulla. Il Cr8 chiese il pignoramento ed il tesoriere bloccò la cassa per mesi al comune di Napoli, 125 milioni di euro. Potete capire i dipendenti del comune che lamentavano il mancato pagamento degli stipendi ed in più l’ente solo per un anno e mezzo ha pagato 3 milioni di interessi su quel debito, interessi pagati dai cittadini. Il debito era in origine di 22 milioni di euro, diventato di 85 milioni perché nessun amministratore degli ultimi 20 anni lo ha mai riconosciuto andando fino in fondo, facendo pagare gli interessi ai cittadini. Era di 22 milioni originari, De Magistris si è trovato un debito di 80 milioni di euro, poteva fare una transazione e invece lo ha fatto arrivare a 125 milioni di euro e la cosa peggiore è che si è arrivati al blocco della cassa per il comune.
Si arriva al riconoscimento dei debiti nel 2017
Nel 2017 il Sindaco ha riconosciuto questi debiti e posto in essere un piano di alienazione straordinaria degli immobili comunali. Piano fallito perché prevedeva un valore immobiliare di 128 milioni di euro. Coloro che si sono occupati delle perizie hanno detto che i calcoli relativi al valore degli immobili erano errati di 56 milioni di euro, quella perizia dice che il valore di quegli immobili è stato sovradimensionato di 56 milioni.
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