AGROPOLI. Si terrà al Castello Angioino Aragonese di Agropoli, dall’ 11 al 20 Luglio, la mostra d’arte “Lacertamente”, personale del pittore-scultore Antonio Carotenuto, curata dalla critica d’arte Antonella Nigro, con il patrocinio del Comune di Agropoli e dell’Associazione Culturale “InOltre”.
La pittura e la scultura di Antonio Carotenuto non possono lasciare nessun osservatore indifferente. Anche se non si ama l’arte, non si può non rimanere colpiti dalle opere del Carotenuto; una materia in movimento, un’azione continua, con i protagonisti in costante lotta e movimento. Che sia un’opera scultorea o pittorica, il senso di ribellione e di anticonformismo non può non risaltare all’occhio dello spettatore.
Il linguaggio artistico del Carotenuto è universale e diretto a tutte le generazioni, a tutto il mondo. “Un linguaggio in alta definizione, tridimensionale, perché il mondo di oggi viene così rappresentato”. Con Lacertamente l’artista boschese vuole fornire un doppio punto di vista della realtà : “Questa natura che mi circonda è finta, è registrata, è mutata, sofisticata, manipolata con una risoluzione superiore a quella reale: oserei dire in HD. Un esasperato neoclassicismo con pillole iperrealiste e qualche goccia di surrealismo. Si producono a più non posso – continua il Carotenuto- sempre più oggetti finti che ricordano esseri vegetali e animali, come fiori, coccinelle, lucertole, uccelli, per essere circondati da un ambiente di plastica. Presentare ai propri figli una realtà che non ha niente a che fare con quella bella, vera e ricca di sensazioni, vibrazioni, rumori e profumi, significa non presentare la vita. Lacertamente è la presenza contemporanea di due punti di vista diversi: quello della natura che osserva e si adatta al degrado ambientale, e quello del pensiero, forse criminale, dell’uomo che inesorabilmente perseguita la stessa natura. Così una lucertola con “mente certa” è testimone di ciò che lasciamo o parcheggiamo nel grande giardino di Dio. La plasticità, il volume, la superficie, la linea confluiscono in un solo pensiero tridimensionale, un ossessivo e amplificato rigore del risultato finale”.
Un doppio punto di vista della realtà, che è la chiave di lettura del logo della mostra: una lucertola che da vita, col la sua coda attorcigliata, ad un volto umano, con i cui occhi incrocia lo sguardo, fornendo così, nella stessa immagine, il doppio punto di vista, quello reale, della lucertola e quello sofisticato, dell’uomo.
Gli oggetti che dipinge e scolpisce Antonio Carotenuto sono di una semplicità unica, dalla stessa lucertola, che ha accompagnato gran parte del suo percorso scultoreo, alla coccinella, fino agli splendidi nudi di donna, dove il travaglio e la sensualità della protagonista non sono per nulla oscurati dell’ammasso materico che li circonda: “Il mio attuale modo di dipingere e di scolpire – afferma l’artista- è frutto di un percorso più che trentennale. Oggi posso dirmi soddisfatto perché ho capito, dopo tanto tempo, cosa volevo creare e in che modo”.
Un cammino travagliato quello dello scultore-pittore, che per un periodo ha anche dovuto dire basta: “Mi sono dovuto fermare per capire dove stavo andando e dove volevo arrivare. Mi sono dovuto fermare per poi ripartire ed arrivare ad oggi”.
“Nell’ultima ricerca artistica di Antonio Carotenuto- afferma l’organizzatrice della mostra Antonella Nigro-compare la proposta iconografica della lucertola, soggetto inteso nelle sue molteplici e profonde peculiarità simboliche. L’animale, fin dall’antichità, associato alla dea Salus,è ritratto sulle monete romane diventando immagine di rigenerazione e, in quanto bestiola che cade in letargo,rappresenta anche la morte seguita dalla resurrezione, a conferma di ciò, in epoca cristiana, lanterne e incensieri la raffigurano con cura e precisione. Anche il suo colore,giocato sulle variazioni del verde, possiede una valenza positiva poiché è emblema per eccellenza del rigoglio della vegetazione, del fiorire della primavera, dunque, della vita. La lucertola,- continua la Nigro- creatura mistica dall’atteggiamento contemplativo, diviene, nell’opera dell’artista, metafora della dimensione spirituale, dell’attesa ricca di riflessione, del tempo raccolto e silenzioso,contesti preziosi questi, che l’umano anela ma dei quali un’epoca veloce, distratta e chiassosa crudelmente e irrimediabilmente lo priva. Ma ecco che, nuovamente, l’arte soffia via le nebbie dell’inganno, dello sconforto, della banalità, perché nessuna grigia rassegnazione, nessuna pericolosa superficialità mascheri l’appassionante bellezza della vita. Sono le immagini di Antonio Carotenuto che, con forza e grazia, suggeriscono percorsi e visioni in cui, attraverso ricercati equilibri cromatici e compositivi,tutto diviene trasformato e sublimato: fiori obliati oscillano in magiche fluttuazioni blu; bronzee ballerine dai corpi di piuma danzano, minute e filiformi,sulla gravità dei mondi; sirene fatali volteggiano nel vento e da esso trasportate fondono cielo e mare e, infine, lucertole, miti e sognanti, mirano, immobili, il sole vedendo tutto quello che c’è oltre l’accecante luce”.
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