ROMA. Una promessa è una promessa. Il sindacato militare “ITAMIL- Esercito”, qualche settima fa, dopo le dimissioni di Giuseppe Conte, aveva annunciato, attraverso una nota stampa, che avrebbe scritto al nuovo Governo circa la situazione dei militari, ma non solo.
A proclamazione del nuovo Presidente del consiglio, Dott. Mario Draghi, il sindacato ha tenuto fede alla propria intenzione e ha scritto una lettera “aperta” al nuovo Governo tecnico, soffermandosi, soprattutto, su una delle personalità in lista per l’incarico di nuovo Ministro della Difesa.
LA LETTERA
“Egregio Dottor Mario Draghi, il nostro neo sindacato militare “ITAMIL – ESERCITO” ha espresso parere positivo circa la scelta saggia del Presidente della Repubblica, Professor Sergio Mattarella, nel delineare la sua persona come Presidente del Consiglio dei Ministri. Oggi il paese ha bisogno di un Governo di qualità, ma, soprattutto, in questa fase difficile per tutti noi, ha bisogno di serenità. Noi non siamo nessuno per darLe consigli sulla nomina dei suoi Ministri, ma la preghiamo di accogliere la voce di un sindacato da pochi mesi attivo che rappresenta più di mille soldati e le rispettive famiglie. Abbiamo appreso da alcune agenzie giornalistiche che, tra i possibili nominativi al ruolo di Ministro della Difesa, figura il nome di un Generale, che è stato capo dell’Esercito e delle Forze Armate. Questa possibile nomina sta creando malessere tra i nostri rappresentati, poiché, stando ai rumours dei nostri tesserati, tale “nome” non si configura con un bel ricordo: ci vengono in mente i periodi in cui i militari soffrivano le condizioni alloggiativi su Expo a Milano, le mancate aspettative delle vittime del dovere, il non riordino delle carriere causa di sconforto tra i personale. Ci sarebbero ancora tante altre motivazioni sul perché non condividiamo la possibile nomina del Generale, tuttavia non è nostra intenzione rivelarle pubblicamente. Ripetendo che non sta a noi giudicare le Sue scelte, crediamo, comunque, che nessuno può limitarci nell’esprimere pubblicamente le nostre idee. Non giudichiamo la figura professionale del Generale, ma recriminiamo qualche critica sui suoi rapporti umani con il personale. In un’epoca in cui il personale è stressato per via del Covid, delle perdite familiari, dei ritardi sul rinnovo del contratto; noi abbiamo bisogno almeno di serenità. Riteniamo, quindi, che attualmente un militare non possa assumere il ruolo di Ministro e che non possa garantire serenità ed equilibrio tra il personale, le parti sociali e le istituzioni. Inoltre, guardando un po’ indietro nel tempo, l’ultimo Ministro della Difesa appartenente al mondo militare, ci ha lasciati con un modello 244 che, di fatto, ha ridimensionato il professionale nell’esercito, ha causato l’invecchiamento e favorito il precariato. La prego, dunque, di accogliere la nostra richiesta, anche se può rappresentare “la voce degli ultimi”. Se lei vorrà, possiamo privatamente esprimerLe le nostre considerazioni. Nel salutarLa, ci teniamo a dirLe che abbiamo scritto la presente lettera con il cuore in mano”.
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