Tullio De Piscopo che ricordo ha di Mia Martini?
Un ricordo di un rapporto professionale e di amicizia molto intenso e profondo che si è rinnovato e consolidato negli anni.
Ho conosciuto Mimì nei primi anni settanta quando incideva per la Ricordi. In quel periodo nei suoi concerti facevo il turnista suonando la batteria. Qualche anno dopo, nel 1975, abbiamo partecipato al Festival internazionale di Palma de Majorca al quale presero parte musicisti e cantanti di tutto il mondo. Tra me e Mimì nacque subito una grande intesa, trascorremmo insieme tantissimo tempo. Conservo un bellissimo ricordo di quella esperienza.
L’ho ritrovata dopo tanti anni, nel 1989, al Festival di Sanremo al quale presi parte con il brano ‘E allora e allora’. Provai una grande emozione e un piacere immenso nel rivederla esibirsi alla grande per una platea così prestigiosa. Interpretò in maniera superba ‘Almeno tu nell’universo’, un capolavoro di pezzo, penso che in quel momento non si sia nemmeno resa conto che stesse cantando qualcosa che sarebbe rimasto nella storia della canzone.
Qualche mese dopo tutto il cast di quell’edizione girò mezzo mondo grazie alla rassegna ‘Sanremo in the world’ fortemente voluta da Adriano Aragozzini. A tal proposito voglio rivelarti uno dei tanti episodi incresciosi che Mia Martini ha dovuto subire. Ricordo che sull’aereo i manager, a causa delle ignobili dicerie che la volevano porta-sfiga, la facevano sempre sedere da sola in terza classe lontana dai colleghi. Io fui disgustato da questo episodio e durante uno scalo che facemmo in Danimarca minacciai gli organizzatori dicendo che avrei preso il primo aereo in partenza per Milano se Mia Martini non si fosse seduta in prima classe accanto a me. Da quel giorno io e Mimì fummo compagni di viaggio e ti lascio immaginare gli scambi di opinione che abbiamo avuto e le cose che mi ha raccontato durante quegli spostamenti.
Secondo te quanto sono stati importanti Napoli e i suoi musicisti per Mia Martini?
Enzo Gragnaniello le ha scritto un capolavoro che si chiama ‘Donna’, un pezzo di grande sensibilità musicale e umana. Inoltre grazie al duetto con Roberto Murolo e alla penna di Enzo, Mia Martini con la sua voce straordinaria ha fatto di ‘Cu’ mme’ un nuovo classico della canzone napoletana.
A Napoli Mimì era di casa, io e lei frequentavamo spesso il programma televisivo di Gennaro Montuori (alias Palummella, il capo degli ultras, n.d.r.) poiché condividevamo la passione per la squadra del Napoli. Spesso siamo stati anche in curva B e in trasferta con i tifosi per incitare gli azzurri e i tifosi con lei erano sempre molto affettuosi, così come lei lo era con i napoletani.
Penso che il suo incontro con Napoli e i napoletani sia stato magico e molto importante tanto per l’aspetto professionale, quanto per quello umano, sia per lei che per Napoli e la sua canzone.
Eugenio Bennato cosa ne pensa di Mia Martini e che ricordo ha di questa artista?
Mia in un certo periodo veniva frequentemente ad ascoltarmi dal vivo. Ti confesso di avere un rimpianto, perché lei voleva che io le scrivessi un pezzo, io mi ripromettevo sempre di farlo, ma poi ho sempre rimandato questa cosa e purtroppo non c’è stato più tempo per poterlo fare.
Inoltre posso dirti che eravamo molto amici e tra le altre cose, seguendo una mia testardaggine non ho mai lasciato correre delle dicerie sul suo conto che ho sempre stroncato, litigando spesso con l’ipocrisia dell’ambiente degli artisti. Quindi sono contento di aver dato questo contributo a Mimì, però rimane il rammarico per non aver scritto un brano per una ragazza calabrese, per una grandissima interprete che amava molto anche il folk (infatti veniva spesso ai miei concerti) e che io ho conosciuto da ragazzo, poi ci siamo ritrovati tanti anni dopo.
Mi dispiace perché in questo momento con il grande ritorno della musica latina e del sud, le avrei potuto dare una mano, nonostante lei sia una grande della musica leggera.
Ormai è stato già detto tutto su Mimì, rimane una grandissima artista di questi ultimi decenni che è rimasta nel cuore di tutti noi, soprattutto di noi musicisti del sud.
Pietra Montecorvino cosa ne pensa di Mia Martini?
Mia Martini è stata sicuramente una grande artista e come tutti i grandi artisti non ha fine, in quanto l’arte non ha fine, proprio come l’anima, non muore mai. Quindi tutto quello che Mia ha dato nel corso della sua esistenza dal punto di vista professionale ed umano, resterà per sempre.
Pietra, tu nel 1992 hai partecipato al Festival di Sanremo in coppia con Peppino Di Capri, interpretando il brano ‘Favola Blues’, in quello stesso anno Mia Martini si è classificata al secondo posto con ‘Gli uomini non cambiano’. Avete avuto modo di incontrarvi durante quelle serate e quindi di scambiarvi dei pareri sui lavori che stavate promuovendo?
In quella occasione non ci siamo incontrate. Ad onor del vero io e Mimì ci siamo incontrate rare volte, ma quei pochi incontri che ci sono stati, sono stati molto belli, molto intensi, perché Mimì è una persona vera, io altrettanto, per cui è nato subito un sodalizio particolare tra di noi, quindi la ricordo con molto piacere, perché oltre a essere una grande artista è (…mi piace parlare di lei al presente) una grande persona.
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