8 tra appartamenti e terreni, conti correnti, un veicolo per il valore di 1,4 milioni di euro. Sono i beni sequestrati dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, guidati dal generale Domenico Napolitano, a due dei principali fiancheggiatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. I militari hanno dato esecuzione a due decreti di sequestro emessi dal Tribunale di Trapani (Sezione Misure di Prevenzione) nei confronti del geometra Andrea Bonafede che gli prestò
l’identità e la maestra Laura Bonafede
che i processi a suo carico hanno accertato che non era solo l’amante del super latitante, ma anche la sua fidata consigliera.
I sequestri giungono all’esito di due procedimenti di prevenzione avviati in seguito alla cattura del latitante su delega della Procura della Repubblica – D.D.A.
Gli accertamenti sui due sono stati effettuati dalle fiamme gialle per ricostruire il loro profilo patrimoniale dopo essere state condannate, all’esito del primo grado di giudizio celebrato con rito abbreviato, rispettivamente, alla pena di 11 anni e 9 mesi e di 14 anni di reclusione. Obiettivo delle indagini tracciare possibili flussi di denaro utilizzati per finanziare la latitanza del boss di cosa nostra.
“In tale contesto”, si legge in una nota della guardia di finanza, “si è delineata la concreta attività di sostegno assicurata al latitante da entrambi i soggetti, mettendo in luce il ruolo fondamentale dagli stessi esercitato per garantire al “boss” quella rete di protezione indispensabile per poter continuare ad agire in condizioni di clandestinità”.
Al fine delle indagini dei militari del generale Napolitano il Tribunale di Trapani ha accolto le ricostruzioni dei finanzieri nell’ambito dell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nel ravvisare una situazione di evidente differenza tra fonti di reddito e impieghi dei due e le effettive proprietà ed ha disposto il sequestro di:
– n. 8 immobili (appartamenti e terreni), localizzati a Campobello di Mazara (TP), Castelvetrano (TP) e Palermo;
– n. 13 rapporti bancari;
– n. 1 veicolo,
per un valore complessivo stimato in circa 1,4 milioni di euro.
I sequestri fanno seguito all’analoga misura eseguita nelle scorse settimane nei confronti di un altro favoreggiatore della latitanza di MESSINA DENARO, che aveva riguardato un patrimonio di oltre 3 milioni di euro.

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