Marigliano. Il male del vivere diventa fede e rafforza la devozione verso la Madonna dell’Arco nel periodo della pandemia. Due anni senza il pellegrinaggio. A Pontecitra i battenti, coordinati da Giacinto Di Palma, con le offerte hanno abbellito la cappella dedicata alla Madonna dell’Arco. L’hanno ricoperta in rame apponendo anche tanti ex voto, dipinti sulle “riggiole”. Domenica pomeriggio la benedizione con la lettura dei sentimenti che hanno spinto il curatore, Giacinto, a trasformare il dolore, che la vita non gli ha risparmiato, in amore verso la Madonna. Ha perso una sorella che si tolse la vita a causa dei forti dispiaceri. Un figlio che fin da neonato è entrato e uscito dagli ospedali. L’appuntamento è alle 17.30 davanti all’isolato Iacp del quartiere Pontecitra. L’edicola votiva realizzata negli anni 80’ è un luogo di ristoro degli affanni per lui e per i tanti che pur avendo un percorso di vita accidentato si rivolgono alla Madonna in cerca di aiuto. Giacinto faceva il fruttivendolo in via Giannone e qui conobbe Agostino Devastato, caposquadra di Marigliano. Fu lui ad avvicinarlo al pellegrinaggio. Aveva 18 anni. Dopo qualche anno, nella mattinata del lunedì in Albis, con il figlioletto sulle spalle correva verso la Madonna dell’Arco. Era li puntuale fino a quando non è arrivata la pandemia con gli occhi in lacrime . “Ci tengo troppo alla Madonna dell’Arco”. Indica il libro in rame dedicato alla sorella Elisabetta che di fronte ai problemi del vivere e ad una vita familiare travagliata si tolse la vita. Un dolore devastante che Giacinto consola mantenendo saldo il legame con lei prendendosi cura della cappella, proprio come si fa con una persona a cui vuoi bene. E’ un fiume in piena Giacinto…racconta anche di un libro che gli è stato scritto per non disperdere la memoria del culto che lo accompagna fin da ragazzino. Abita a Lausdomini, ma è a Pontecitra sotto il balcone della suocera che da circa 40 anni accarezza il suo dolore. “A te eleviamo le nostre preghiere, a te sospiriamo grazie, a te chiediamo perdono, a te o Maria sempre a te, madre di Gesù e nostra”: è la lapide posta a devozione dalla famiglia Di Palma nel 1988. Domani pomeriggio nel rispetto delle regole anticovid si pregherà con i canti devozionali. A sostenere Giacinto c’è anche la famiglia Faicchia, Giuseppe Faicchia, che porta avanti la tradizione di famiglia.
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