Mariglianella. Ciò che rimane il giorno dopo è una tabella poggiata garbatamente in una fioriera di via Parrocchia e sulla quale c’è scritto, bianco su rosso, Laboratorio 51. Una tabella divelta con rabbia,con ferocia da vandali senza spina dorsale che, approfittando del buio della notte tra il 4 e il 5 marzo, hanno operato con tutta tranquillità. Ma non solo l’insegna ha subito danni. Ad essere danneggiata è stata anche la serranda, forzata e scassinata, ma non del tutto aperta.Resta intatto lo spirito del Centro Multiculturale. Almeno per ora. Sulle motivazioni del gesto resta il mistero. La certezza è che l’atto giunge al termine di una serie di minacce, l’ultima è stata una lettera minatoria prontamente cestinata, le quali non potrebbero fermarsi qui. Come ci conferma Antonio Mautone, impiegato 41enne presidente del Centro Multiculturale Laboratorio 51, ““Sono rammaricato – afferma– non è il primo attacco che riceviamo da poteri occulti. Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto segnali poco rassicuranti cui non abbiamo dato il giusto peso. Tutto ciò, a questo punto, configura una situazione non tranquilla e che speriamo non sfoci in un pericolo per l’incolumità fisica dei nostri operatori. Ricordo inoltre che il Centro Multiculturale è uno spazio aperto per i 290 giovani tesserati del territorio, che possono organizzare gratuitamente al suo interno attività culturali e sociali. La nostra associazione è infatti da sempre impegnata nel creare opportunità lavorative per i giovani del territorio, nell’assistenza ad immigrati, tossicodipendenti, diversamente abili ed organizza attività per bambini difficili del nostro territorio; probabilmente stiamo dando fastidio a qualcuno. Ci siamo comunque già attivati-conclude Mautone- denunciando l’accaduto ai Carabinieri, per far luce su questo losco ed oscuro episodio che in ogni caso non fermerà le nostre attività”. Diverse dunque potrebbero essere le attività di “Laboratorio 51” finite nel mirino degli esecutori dello scempio vandalico. Anche se due potrebbero essere particolarmente scomode. Quella relativa al lavoro sull’integrazione degli immigrati e quella relativa al supporto alle imprese. Si perché tra gli scopi del Centro Multiculturale ci sarebbe quello di creare una rete di comunicazione tra le aziende dell’area nolana-vesuviana con un progetto che darebbe speranza e lavoro a molti giovani. Magari anche a agli stessi che hanno strappato con ferocia la tabella.
Gaetano Di Matteo
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