Il mirto, il mare, il vento del Mediterraneo. I sapori. C’è questo e oltre nei piatti di Michele Bassu, chef del ristorante “Vento di Sardegna”, dove ad accoglierti ci sono anche il fratello Paolo e Sergio Spada.
Siamo in viale Gramsci, al civico 80, a Sesto San Giovanni, appena fuori la capitale della moda italiana. Vento di Sardegna. Il nome non è un caso, anzi, sottolinea il dettaglio: in ogni piatto – dall’antipasto al dolce, rigorosamente della casa – vi è intrisa la Sardegna: i suoi sapori del mare e della terra.
Il locale è ampio, due grandi sale ma l’accoglienza è tutt’altro che dispersiva. Sarà perché i tre titolari – i fratelli cagliaritani Michele e Paolo Bassu e Sergio Spada, direttore di sala – mettono a loro agio ogni cliente. Insomma ti siedi e si parte per un viaggio di sapori. Il menu coccola ogni palato: il mare trionfa ma anche la terra non è da meno: ci sono le carni, i formaggi – uno spettacolo da gustare già alla vista il pecorino in scaglie poggiato nella sua stessa forma e servito con un ghiacciato bianco, un vermentino di Sardegna per fonderne ed esaltarne i gusti. C’è il mare con un menu interamente dedicato alla cucina di pesce. Freschissimo, non si discute! Specialità sarde, calde, fredde, crudité. Sarà Sergio a darvi il giusto consiglio se si è indecisi suggerendo piatti dal menu – ampio e diverso a seconda della stagione – o proponendo una chicca, un “fuori menu” come i tagliolini con gamberi rossi e tartufo nero. Non si resta delusi, si chiede il bis! O magari si provano i paccheri al ragù di calamari, i ravioli con crema di pecorino e noci. Appena qualche citazione dal menu. E per gli innamorati del risotto, c’è quello di mare o terra. Ogni piatto ha sua eleganza: si inizia a mangiarlo con gli occhi.
I colori, gli ingredienti, gli accostamenti. Dagli antipasti: il prosciutto o il salamino sardo; il polpo alla catalana, le sarde in carpione al pepe rosa, i gamberi con rucola e pomodorini. La marinata di salmone e alici del Mediterraneo e i moscardini al sugo, adagiati sul pane carasau – tipico pane sardo anche detto “carta musica” per la sua caratteristica forma, sottilissima, che lo rende delicato e friabile – si fregia del marchio Pat (Prodotto agroalimentare tradizionale). I tempi di attesa non sono “biblici” e in sala il personale è gentile e cordiale, come Massimo – napoletanissimo di Fuorigrotta! Insomma c’è tutto al “Vento di Sardegna”, una mistura di piatti, culture e sapori, una fusion che promette di non deludere. Neanche quando si guarda il conto. Ma prima di terminare il pranzo o la cena ci sono i secondi. Il fritto è superlativo, delicatissimo e fragrante, accompagnato da verdure di stagione. Bella la carta dei vini, esposti in larga parte nel locale rivestito in legno. Si finisce con il dolce, dalle torte ai dolci al cucchiaio. E per concludere i classici biscottini di mandorle – anche questi fatti dallo chef – inzuppati in un bicchierino di mirto di Sardegna, uno Zedda Piras ghiacciato che scalda l’anima. Benvenuti alla prossima volta!
di Patrizia Panico
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