Poggiomarino-Napoli. Nonostante due perizie psichiatriche e un provvedimento di un giudice, lo stesso che lo ha fatto condannare: Antonio Iervolino, 44enne di Poggiomarino, è in carcere a Poggioreale dal dicembre 2020, mentre dovrebbe stare in un letto d’ospedale. L’uomo è malato di Aids ed ha disturbi psichici, in cella rifiuta le medicine e il suo stato di salute è sempre più preoccupante, al punto che ha perso 20 chili da quando è in cella. La storia di Antonio è stata raccontata oggi su Il Mattino. Antonio Iervolino aggredì i genitori per ottenere i soldi per comprare la droga, ma vive in una situazione complicata da molto tempo: da camionista in gamba si è ridotto a tossico e poi si è ammalato, sia di Aids che di un disturbo psicotico conseguenza proprio dell’abuso di cocaina. Quella sera i genitori chiamarono i carabinieri perché esasperati, ma poi furono loro stessi ad
attivarsi affinché il suo legale, l’avvocato Angelo Manna, non lo facesse soggiornare a lungo in galera. Quando nel giugno del 2021 fu condannato a tre anni e quattro mesi per tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale, venne disposta una perizia psichiatrica, firmata dal dottor Luca Bartoli, nella quale si attestò che l’uomo ha «una capacità di intendere e di volere parzialmente scemata». Nella perizia c’è anche altro: venne descritto lo stato psicotico di Iervolino e le sue difficoltà di salute. Il 14 luglio del 2021, il giudice del tribunale di Torre Annunziata, Maria Ausilia Sabatino emette un’ordinanza che dispone «l’immediato trasferimento del sig. Iervolino presso idoneo reparto di presidio ospedaliero», accogliendo in questo modo un’istanza dell’avvocato Manna. In quella circostanza fu disposta un’altra perizia psichiatrica, firmata dal dottor Roberto Raffaele Giugliano, che confermò le tesi del suo collega. Dunque, due medici e un giudice dicono
la stessa cosa: la cella non è il posto adatto all’uomo di Poggiomarino. Deve andare in ospedale, ovviamente piantonato. Invece Antonio Iervolino da un anno e due mesi sta ancora a Poggioreale. Nel corso di questi mesi l’avvocato Manna ha scritto decine di pec, ma né il Dap (il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), né l’Asl Napoli 1 hanno mai risposto.
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