Napoli. Accolto da un caloroso pubblico il lancio del nuovo romanzo di Antonio Masullo, capitolo centrale della trilogia sull’Esoterismo Nazista.
Nella splendida location della Domus Ars, ieri sabato 25 settembre, è stato presentato per la prima volta “Mafalda di Savoia – La Perla di Buchenwald – I sette giorni”, il nuovo romanzo di Antonio Masullo per Argento Vivo Edizioni. Sequel del successo editoriale “Shoah – La cintura del Male”, lanciato precedentemente nella stessa meravigliosa cornice. La prefazione del libro è a cura di Claudio Bonvecchio già ordinario di Filosofia delle Scienze Sociali nell’Università degli Studi dell’Insubria; la postfazione di Mariarosaria Casolaro docente in Lettere Moderne, entrambi relatori insieme a Francesca Beneduce, giornalista investigativa ed esperta di Politiche Paritarie e di Genere. Non è riuscito a partecipare il senatore Francesco Urraro per impegni improrogabili ma ha inviato un suo messaggio d’augurio e l’invito a tenere una prossima presentazione del nuovo romanzo presso il Senato della Repubblica. Il reading è stato condotto con grande maestria dall’attore e regista Danilo Rovani, e dalle note attrici partenopee Titti Nuzzolese e Denise Capuano. Lorenza Licenziati, giornalista e conduttrice Tv, in veste di moderatrice ha dato il via alla presentazione dell’evento, con la sua innata eleganza e grande professionalità è riuscita a trasmettere genuine emozioni al pubblico. Dopo i saluti iniziali e la presentazione dei relatori ha rivolto la sua domanda all’autore.
Abbiamo parlato dell’importanza della memoria, che senza di essa non c’è futuro, ed è il fondamento dei tuoi due libri, dalla Shoah – La Cintura del Male a quello che presenti oggi; com’è cambiata per te la memoria, in questi due anni, dalla Shoah a Mafalda di Savoia?
“Il mio concetto della memoria è cambiato” ha risposto Masullo “quando ho scritto Shoah – La Cintura del Male, davo più importanza al valore della storiografia, all’interpretazione del dato storico; in due anni, dopo un lungo tour di settanta presentazioni, di cui una al Senato della Repubblica e successivamente al Parlamento Europeo di Bruxelles, ho compreso consapevolmente che la memoria assorbe la storia e la storiografia ufficiale in quanto assurge al ruolo di un vero e proprio diritto umano.
La parola è passata alla Casolaro, che ha manifestato il suo pensiero, sia da lettrice appassionata che da docente, raccontando della sua collaborazione passata con l’autore.
“Il mio incontro con Antonio Masullo ha donato linfa vitale anche alla mia professione, sappiamo come sia difficile far leggere e far appassionare di storia i nostri ragazzi, ma sono rimasta davvero colpita dall’operazione che ha fatto, come scrittore, nel raccontare l’avvenimento storico e del coraggio che ha avuto nell’affermare che la storia del nazismo va riletta con una nuova lente, una nuova chiave che è quella esoterica. Da bravo avvocato, ha dato valore alla testimonianza e questa secondo me fa la differenza, accogliere la storia attraverso l’intelligenza emotiva; questo ha fatto l’autore, ha vissuto la vita di Mafalda, ha avuto quella sensitività di ascoltare il suo respiro, è difficile spiegarlo a parole. La sua parola è densa, è primigenia che scava; ho avuto la sensazione che Antonio conoscesse Mafalda nell’animo, che fosse presente nella sua testa e nel suo cuore, difficile stabilire dove finisse lui e dove cominciasse lei. La storia ci consegna dei Savoia non proprio positivi, sapere di una principessa italiana che è stata una donna eccezionale e ancora oggi rappresentata, non solo nella sua veste istituzionale, ma come donna, soprattutto come mamma e moglie, la si può solo amare per questo; una donna che ha accettato il suo destino e Antonio ha saputo scrivere magistralmente la sua vita, facendoci cogliere i suoi lampi di intuizione quando, nel momento del dolore, in un campo di concentramento, lei si preoccupa di aiutare gli altri, si preoccupa di essere italiana. Ecco, l’autore ce l’ha presentata come l’essenza vera, come il fanciullo che resta sempre dentro di noi, svelandone il suo nomignolo datole in famiglia: Muti.”
Masullo ha chiarito che non è semplice far emergere delle verità storiche e nel caso di Mafalda sono passati settant’anni, se la Memoria non viene coltivata si cade nell’oblio, e chi, fino ad oggi, ha tentato di occultare la vera tragedia della principessa stendendo su di essa un velo tombale avrà vinto il suo intento. L’autore pone delle domande e queste, a sua volta, ci conducono a delle riflessioni. Com’è stato possibile arrestare la principessa dei Savoia, moglie di un principe nazista, deportata in un campo di concentramento e lasciata morire così atrocemente, senza che nessuno sia intervenuto in sua difesa? Com’è possibile che di lei non si sia più parlato e che il marito abbia detto ai figli di non chiedere nulla della madre, ponendo tutto sotto una coltre di silenzio? “I libri di Antonio ci fanno riflettere su quello che è stato il Nazismo e ancora oggi sulla situazione di Kabul, sulle violenze. Su tutto quello che non va dimenticato” ha dichiarato Claudio Bonvecchi. “Mafalda in questo libro si presenta non come una persona che parla dell’orrore che sta subendo ma di una donna che fa del bene, che si spende in prima persona con coraggio anche contro chi l’avrebbe imprigionata, questo è un grande segno di umanità,che testimonia che esiste una Luce al di là delle tenebre. Voglio ricordare che anche in vita Mafalda prestava la sua opera negli ospedali insieme alla Regina Elena, sua madre; voglio terminare con una sola frase: Onore alla principessa Mafalda!”
Infine ha preso la parola Francesca Beneduce che dice:“Ho visto crescere il Masullo durante questi lunghi anni, con la sua scrittura, che è maturata tanto. Dopo il libro sulla Shoah ho sollecitato di proseguire con il sequel, ed oggi siamo al secondo libro. Io non disdegnerei su una trilogia, credo che ci siano tanti aspetti da sottolineare ancora. É una storia nella storia, che s’intreccia, tra la vita delle sorelle Jenkins e le vicende del terribile periodo nazista. Le ultime parole di Mafalda sono state rivolte ai suoi figli e a noi italiani, e ci sono voluti oltre settant’anni per giungere a noi.” La Beneduce ha messo in risalto la forza e la dignità di Mafalda durante la prigionia e nella sua atroce morte, considerata una espiazione per colpe che non le appartenevano, questo dovrebbe far riflettere casa Savoia. “Probabilmente Mafalda è da considerare la Repubblicana numero uno, per il suo modo di porsi diversamente dai dettami del suo casato”. Il reading dei tre attori, che si sono intervallati durante i vari interventi, ha creato un’atmosfera ricca di emozioni; grande è stata la chiusura dell’incontro con una loro declamazione a tre voci: “Non può esserci storia senza memoria” che ha sortito una reazione di coinvolgimento e commozione tra gli astanti. La giornata si è conclusa con un conviviale rinfresco, offerto dallo scrittore, che ha permesso al pubblico di confrontarsi sull’evento e di intrattenersi con l’autore lasciando le proprie impressioni. Libri sold out e posso essere acquistabili anche online.
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