“La pace si costruisce con la solidarietà e la cooperazione e non con regali milionari che accompagnano un Trattato con troppi punti oscuri”. Luisa Bossa, deputato campano del Pd, annuncia così il suo voto contrario alla proposta di legge sulla “ratifica ed esecuzione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica Italiana e la Libia”, in discussione alla Camera.
Nel dibattito non sono mancati i distinguo anche interni alla maggioranza, come la posizione espressa dall’ex Ministro della Difesa Antonio Martino, del Pdl, che ha stigmatizzato il pesante onere che il Trattato rappresenta per il bilancio dello Stato.
“Milioni di euro – continua l’on Bossa – si regalano alla Libia mentre i fondi per la cooperazione internazionale vengono costantemente tagliati. L’Italia è ultima nella classifica dei Paesi dell’Ocse quanto al rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo (APS) e prodotto interno lordo (PIL). La politica italiana di cooperazione allo sviluppo è ormai da anni in una fase di stallo, mentre gli attori principali lamentano sempre maggiori difficoltà. Il poco che è rimasto della politica pubblica di cooperazione è ormai privo di strategia e di coerenza».
Particolarmente preoccupante è l’articolo 19 del Trattato Italia – Libia che, in tema di lotta all’immigrazione clandestina, consente ai due Paesi di costruire un “sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, da affidare a società italiane in possesso delle necessarie competenze tecnologiche”.
«Tra le frontiere terresti libiche – continua l’on. Bossa – c’è quella, a Sud, con il Ciad, che è un paese poverissimo. Tra il 1975 e il 1987, lungo quella frontiera, si è combattuta anche una lunga e violenta guerra tra Libia e Ciad, con il paese di Gheddafi che più volte ha violato il confine e ha invaso militarmente il Ciad. L’articolo 19 del Trattato, che affida il controllo della frontiera terrestre a società italiane competenti, che cosa prefigura? Una sorta di vigilanza armata privata italiana disseminata lungo una linea di confine che è già stata teatro di guerra e che può tornare ad essere luogo di tensioni? Il Governo su questo punto deve fare chiarezza».
Sempre in tema di cooperazione, va ricordato che l’on. Bossa, nei mesi scorsi, ha firmato con altri deputati un progetto di legge (il 288) per “Nuove disposizioni in materia di cooperazione allo sviluppo” e già nel novembre scorso, in occasione dell’approvazione della conversione del decreto-legge sulla partecipazione italiana alla missione dell’Unione europea in Georgia, si era astenuta (insieme ad altri 14 deputati di fronte a circa 500 voti favorevoli) per obiezione di coscienza.
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