Pomigliano d’Arco. Presentata la prima “causa pilota” contro il Piano Marchionne. La decisione è dello Slai Cobas, i cui avvocati Arcangelo Fele e Daniela Sodano ieri mattina hanno depositato un ricorso presso la cancelleria del Tribunale di Nola – sezione lavoro contro la Fiat su mandato di 7 operai del reparto-confino di Nola. Nel ricordo si chiede al giudice di “accertare e dichiarare la illegittimità dei provvedimenti di sospensione dal lavoro in Cigs dal mese di giugno 2010 ad oggi nonché condannare la Fiat alla reintegra dei lavoratori nel posto di lavoro e al pagamento del danno economico subito”. Si tratta di una prima denuncia, spiega in una nota il sindacato che spiega “sarà seguita nei prossimi giorni da ulteriori iniziative giudiziarie – è relativa ai due periodi di cassa integrazione straordinaria (dal 16/11/2009 al 14/11/2010 il primo e dal 15/11/2010 al 17/7/2011 il secondo)”. In tali periodi la Fiat ha rispettato il criterio di “rotazione” per i rientri al lavoro soltanto fino al mese di maggio 2010. Dopodiché i ricorrenti non sono più stati richiamati al lavoro nelle giornate di apertura dello stabilimento. Tale illegittimo comportamento aziendale contrasta con le garanzie previste dalla l. 223/91 e le modalità della rotazione tra tutti i lavoratori interessati dalla fungibilità delle mansioni per i periodi di ripresa lavoro. Ciononostante, se anche la parte datoriale volesse sottrarsi alla “rotazione” dovrebbe comunque esplicitare alle organizzazioni sindacali i criteri di scelta per la collocazione di fatto a “zero” ore di una parte dei lavoratori: “un complesso meccanismo di verifica della congruità delle esigenze tecniche e dei motivi addotti e che impedirebbero il meccanismo imparziale della rotazione onde evitare discriminazioni”. Circostanza che non è avvenuta in ossequio all’accordo del 15 giugno 2010 – informante l’avvio della realizzazione, con Fabbrica Italia Pomigliano, del piano-Marchionne – con cui le parti (FIAT-FIM-UILM-FISMIC-UGL) sottoscrissero quello che lo Slai Cobas considera “l’agiuridico ed illegittimo” punto “9” dell’accordo secondo cui “non potranno essere adottati meccanismi di rotazione tra i lavoratori, non sussistendone i motivi”.
I sindacalisti hanno anche evidenziato che : “immediatamente dopo l’accordo, quegli stessi lavoratori che prima e nelle stesse mansioni ruotavano nei periodi di richiamo al lavoro in caso di cigs, sono stati discriminati e collocati a “zero ore” pur permanendo le stesse modalità lavorative e senza che l’azienda abbia fornito allo Slai cobas alcuna “obbligatoria, congrua e comprensibile spiegazione”. La valenza “strategica” delle prime cause-pilota intentate dallo Slai cobas è data dalla prospettiva che saranno pochi i lavoratori “richiamati” nel tempo in Fabbrica Italia a fronte della prevalenza di quelli (alcune migliaia) condannati – dal piano di Marchionne – a permanere a zero ore e fino all’estinzione del rapporto di lavoro nel prospettato “licenziatoio” di quella che diverrà a breve la “fabbrica-fantasma di Fiat Automobiles Pomigliano”, compresi gli oltre 1000 addetti alla Ergom. Come Slai cobas, con queste cause, stiamo preallestendo un “programmato paracadute giudiziario” per tutti i lavoratori a supporto delle lotte in corso a cominciare dallo sciopero generale del prossimo 11 marzo”.

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