“Rendere sicura la statale 268”. A questo lavorerà l’amministrazione comunale di Sant’Anastasia, un concetto ribadito più volte negli ultimi due anni, ma confermato con forza dopo il drammatico incidente del 10 febbraio che è costato la vita a quattro persone, ora il sindaco Carmine Esposito torna sull’argomento anche dopo l’invito che in tal senso gli era giunto da alcuni cittadini che gli avevano scritto una “lettera aperta”. “Accolgo con piacere le stimolazioni che mi sono pervenute dal gruppo laico interdiocesano del sabato sera”, commenta Esposito, “segno tangibile, questo, di proficuo interessamento e partecipazione attiva da parte di tutti gli attori sociali in una vicenda che è nostra. Quello che posso assicurare, da sindaco e rispetto alle mie prerogative, è la massima apertura e disponibilità, oltre che un costante lavoro finalizzato alla messa in sicurezza della Statale, che, ad oggi, si presenta un pericolo per l’incolumità dei cittadini che si apprestano a percorrerla. Pertanto, saremo vigili e rigorosi con tutti, nell’intento di garantire alle Comunità nostre il risultato massimo e un’adeguata ristrutturazione della strada statale 268”. Ed infatti, in questi giorni, così come stabilito in prefettura, i comandi della polizia municipale delle città vesuviane stanno predisponendo particolari controlli per evitare il ripetersi di pericolose abitudini degli automobilisti. Ma non è soltanto alla sicurezza che facevano riferimento i cittadini che aveva scritto ad Esposito. Il “gruppo laico interdiocesano del sabato sera”, che ha come guida spirituale il frate domenicano padre Giacinto Castaldo, aveva chiesto al sindaco se e quando “sarà messo in totale sicurezza, il breve tratto di competenza comunale tra via Larga e lo svincolo Anas già costruito sulla statale 268 del Vesuvio?”. Una domanda chiara che riguarda lo svincolo realizzato venti anni fa nel quartiere Boschetto di Madonna dell’Arco, e mai messo in funzione, se non per pochissimi giorni. L’uscita della statale, infatti, si trova tra due parchi residenziali e poco distante da una scuola. Quando fu creato si pensava di usarlo come uscita per Madonna dell’Arco, al momento chi usa la statale del Vesuvio deve prima arrivare a Sant’Anastasia e poi tornare indietro. Ma su questo aspetto non è arrivata una risposta definitiva. “Un fatto è chiaro”, ha aggiunto Esposito, “saremo disponibili ed aperti a qualsiasi soluzione, purché sia chiara e funzionale alla nostra idea di sviluppo e governo, oltre che ad incontrare gente, associazioni e categorie di settore, per lo scopo cardine, rendere sicura una strada che per troppo tempo ed in altrettante occasioni c’ha procurato grande dolore”. Difficile, infatti, permettere che lo svincolo venga aperto. Per anni si è detto che un’uscita della 268 che servisse il popoloso quartiere in cui sorge anche il santuario di Madonna dell’Arco, sarebbe stata realizzata a via Romani in un’area meno a rischio. Ma questo non è mai successo. Anni addietro questa battaglia fu portata avanti proprio da padre Giacinto Cataldo, ai tempi tra i frati domenicani del Santuario di Madonna dell’Arco trasferito poi a San Domenico Maggiore a Napoli. Tra lui e il sindaco di allora, Enzo Iervolino, infuriarono feroci polemiche. Il sacerdote insisteva su un punto, cioè su quanto fosse utile l’apertura dello svincolo ai residenti del quartiere e ai tanti fedeli che raggiungono il santuario mariano, per altro già pronto, dall’altra la fermezza dell’ex sindaco di centrosinistra che ribadiva quanto invece fosse pericoloso aprirlo proprio perché troppo vicino alle case. Alla fine quell’uscita è diventata una piccola area attrezzata a verde e tale probabilmente resterà.
Gabriella Bellini
DA METROPOLIS DELL’8 MARZO
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