SOMMA VESUVIANA – Prosegue l’incessante lavoro d’inventariazione e digitalizzazione del patrimonio bibliografico dell’Archivio Storico “Giorgio Cocozza”. Un lavoro minuzioso e interessante, svolto scrupolosamente, con lo scopo di concedere ai tanti appassionati sensazionali momenti della nostra storia locale. Tra i primi cui ha lavorato Alessandro Masulli, che ce lo presenta, il “Salterio Liturgico”
Le principali cerimonie della Liturgia Romana sono due: la celebrazione Eucaristica, detta comunemente Messa, e la Liturgia delle Ore o Ufficio Divino. Gli Uffici delle Ore canoniche erano otto: Mattutino (prima dell’alba), Laudes (al levar del Sole), Prima, Terza, Sesta, Nona (Ore medie), Vespro (al tramonto) e Compieta (dopo il calar del Sole). Nel pensiero liturgico essi erano memoria della presenza di Dio durante la giornata.
Libri che contenevano questo tipo di preghiera – i più importanti erano il salterio e il breviario – si diffusero negli ambienti monastici dal XII secolo. Nella preghiera quotidiana, però, un importante ruolo era affidato pure alla musica e per completare le celebrazioni era altresì necessario l’utilizzo di codici che insieme ai testi riportassero le melodie dei canti da eseguire. Si diffusero così nei conventi medievali antifonari, innari e salteri che nel tempo assunsero grosse dimensioni per rendere possibile la lettura simultanea del testo e della musica ai numerosi frati cantori radunati in coro. Da qui il nome di “corali” per questi pregevoli manoscritti, che erano collocati su un monumentale leggio detto “baldone”.
Il secondo dei quattro manoscritti liturgici in rassegna, custodito nell’Archivio Storico “G.Cocozza” di Somma Vesuviana, è un salterio liturgico membranaceo (mm 500 x mm 390) del XVI secolo in scrittura gotica corale (testualis) eseguita da un’unica mano su 1 colonna con 16 righe di testo e in alcune carte fino a 5 tetragrammi rossi. Accanto ai salmi il salterio raccoglie altri elementi alternanti quali antifone e inni. Il manoscritto miniato, mutilo di principio e fine, è composto attualmente da 57 carte in pergamena e presenta internamente tracce visibili di un antico restauro. Di un certo rilievo sono le iniziali filigranate, bicrome (rosso e azzurro) e decorate a pennello su un quadrato di fondo profilato (1). La notazione utilizzata è quella quadrata su tetragramma rosso con le annotazioni liturgiche evidenziate in rosso. Grazie alla sua particolare predisposizione, è considerato il più antico libro liturgico per la celebrazione dell’ufficio quotidiano. L’originaria cassa di legno esterna (coperta) in cui era inserito l’intero manoscritto, è ridotta a una quarta parte e rimane tuttora legata alle carte grazie ad cucitura a spaghi, unita orizzontalmente ad angolo retto al dorso. Il volume contiene, oltre a parti sparpagliate dell’Ufficio medio (Terza, Sesta e Nona), del Vespro e della Compieta, anche le quattro celebri antifone mariane. La dott.ssa Pasanisi, in un suo articolo apparso su Summana n° 25 del 1992, aveva definito questo manoscritto un messale, cioè un libro di preghiere che dovrebbe contenere quanto viene recitato e cantato nella comune Messa. Un’ accurata indagine del testo ha però confermato il diverso ruolo del manoscritto.
Nei prossimi giorni il codice sarà presente, interamente digitalizzato sul sito ufficiale del Comune.
Nota
1) Pasanisi Cinzia, I manoscritti dell’Archivio Comunale di Somma, in Summana n°25, Marigliano, Settembre 1992, Tipo-Lito “Istituto Anselmi”, 16.
Alessandro Masulli
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