domenica 22 Settembre 2024
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“Lettera ad una campagna elettorale mai nata”, quando la politica muore nel silenzio delle case

Somma Vesuviana. Siamo al 7 maggio. Fra 20 giorni esatti si chiuderanno le urne dalle quali uscirà il nuovo governatore cittadino (ballottaggio a parte). Dunque l’istituzione più prossima ai cittadini, il comune, si appresta a dotarsi di un nuovo esecutivo. In campo cinque candidati sindaco impegnati in una campagna elettorale “non campagna elettorale”. Sì perché ad oggi, se si escludono Lorenzo Metodio e più timidamente Giuseppe Auriemma e Pasquale Piccolo, stiamo assistendo alla corsa ai seggi più brutta, flaccida e moscia degli ultimi decenni a Somma Vesuviana. Una sorta di continuo del film della Brutta Politica a cui questo paese diventato iper-conservatore a cui stiamo assistendo da anni (per non parlare di qualche manifesto e slogan trash che si vede in giro). In molti si stanno trincerando dietro le due questioni imperanti in questo momento storico: le condizioni di salute del sindaco Raffaele Allocca, al quale auguriamo una pronta guarigione, e l’incertezza della partecipazione della lista Polis a questa tornata elettorale. Ovviamente le due notizie, per quanto importanti, non dovrebbero condizionare una competizione elettorale che, dopo 5 anni di in-politica, di silenzi, di negligenze dei partiti e dei movimenti locali, avrebbe dovuto dare un segnale di svolta. Dei tanti politici a cui chiedo spiegazioni ricevo più o meno sempre la stessa risposta: “I voti si prendono nelle case”. Già, nelle case. Ma qui non si vendono pentole alle riunioni né chi è candidato può sottovalutare il fatto che Somma sia un territorio vastissimo nel quale ci sono sacche di famiglie, e dunque di elettori, che nella cittadina ai piedi del Monte Somma ci tornano di sera solo a dormire. Dunque perché non partono i comizi? Perché non si vedono in giro, manco sui social network, i programmi? Perché non ci sono incontri a tema su questa o quella problematica? Agli amministratori uscenti questa situazione di sospensione dell’idea di città va piuttosto benone. Hanno un vantaggio su tutti in termini di liste e di candidati. Poi sono uscenti e fino all’ultimo giorno utile spremeranno la macchina clientelare messa in piedi in questi 5 anni di governo. E’ strano però vedere l’immobilismo dall’altra parte. Un immobilismo che non riguarda soltanto alcuni casi di cattiva amministrazione del territorio pregressi, ma anche la visione della città futura. Alcuni punti, che peseranno sulla pelle dei cittadini, saranno cruciali. La disoccupazione, la gestione dei conti pubblici, la manutenzione delle strade, il condono edilizio, i cantieri aperti, l’aggio stratosferico alla Geset, i Pip, i Pir, il Siad. Ancora, le strutture scolastiche, la valorizzazione dei beni culturali come Villa Augustea, castello D’Alagno e Casamale, l’acqua pubblica, le politiche sociali, quelle giovanili (con annesso bene confiscato alla camorra locale che tante polemiche sta suscitando) come saranno gestite? E dello sport, cosa si vuole fare dello sport a Somma Vesuviana? E del Nappi? Deve essere ancora una succursale della Viribus Unitis (che aveva un debito nei confronti dell’Ente di 40 mila euro, trasformato in un credito di 60mila euro per far partire sul territorio un servizio di scuole calcio mai effettuato) gestita prima da amministratori legati al centrodestra ed oggi finita nelle mani di un soggetto promotore di un partito del centrosinistra, cosa ne volete fare? E della pista di pattinaggio? E sui contratti da fame degli operatori del cimitero, o di quelli ultra-precari dell’Igiene Urbana cosa volete dire? E della trasparenza inesistente della pubblica amministrazione? Ecco, da questi ingredienti mescolati uscirà la solita brodaglia o un piatto raffinato e succulento? E in tutto ciò in cosa si differenziano Lorenzo Metodio, Giuseppe Auriemma, Raffaele Allocca, Pasquale Piccolo e Paola Raia? A venti giorni dalle elezioni non è possibile stare ancora qui fermi ad aspettare che la scintilla faccia scoppiare un sano incendio in grembo alla politica sommese. Cinque anni di silenzi nefasti e di assenze possono bastare. E’ ora di voltar pagina. Per l’amore che si ha di questa terra e soprattutto per rispetto dei cittadini elettori che dei veri e propri fessi non sono. O no?

Fonte foto: rete

Gaetano Di Matteo

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