Somma Vesuviana. Il 16, 17 e 18 febbraio prossimi, l’Associazione “La Paranza” di Somma Vesuviana organizzerà una serie di seminari su “L’eredità culturale di Giovanni Coffarelli” . Tre appuntamenti che si svolgeranno alle falde del Vesuvio con l’apertura a Somma Vesuviana,nei locali che ospitano l’associazione fondata dal compianto artista in via Gino Auriemma, all’interno delle mura dell’antico borgo Casamale Il giorno successivo sarà la volta di Ottaviano che, nel suo Castello Mediceo, ospiterà il secondo seminario mentre, l’ultimo appuntamento, è fissato per il 18 alla Villa Bruno di San Giorgio a Cremano. Tutte e tre gli incontri si svolgeranno alle 16,30. A patrocinare l’iniziativa, che segue quella trionfale del 27 dicembre scorso che richiamò centinaia di spettatori e decine di artisti sul palco del cinema Arlecchino di Somma Vesuviana, l’ente Parco del Vesuvio, la Libera Università Vesuviana ed i comuni di Somma, Ottaviano e San Giorgio a Cremano. Giovanni Coffarelli, nato nella cittadina sommese e qui mortovi qualche mese fa, è stato l’ultimo grande esponente della cultura popolare vesuviana. Esecutore genuino di fronne, tammurriate, canti a figliola e canti alla potatora, era dotato di una voce possente e melodiosa oltre che di linguaggi somatici non convenzionali e di grande profondità. Suonatore di tammorre e castagnette, ha avuto nel suo vissuto molteplici esperienze teatrali. Ha collaborato con antropologi ed etnomusicologi del livello di Alan Lomax, Roberto De Simone, Annabella Rossi, Diego Carpitella, Francesco De Melis e con artisti come la NCCP, Giovanna Marini, Eugenio Bennato, Lina Sastri, Salvatore Piscicelli, Luisa Conte. Ha rappresentato la cultura popolare vesuviana negli Usa, in Francia, in Portogallo oltre che in numerose manifestazioni nelle città italiane. Ed è in virtù dell’immenso spessore di questo artista che parteciperanno agli incontri personaggi del mondo della musica e della cultura. Da Fausta Vetere e Corrado Sfogli della nuova compagnia di canto popolare ad Anna Lomax, passando per Amato Lamberti, l’antropologo Paolo Apolito ed il presidente del Parco del Vesuvio Ugo Leone.
La redazione
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