Ho conosciuto Maria Brillante, artista nocerina, in una mostra collettiva di pittura e fin dal primo momento, i suoi quadri mi hanno rapita in maniera particolare. L’artista ama dipingere immagini di paesaggi, donne e bambine che riescono a portare l’osservatore in un mondo di fanciullezza, catapultandolo nel proprio vissuto bucolico e facendo risvegliare ricordi assopiti.
Le sue bambine mi ricordano le pareti di casa dei nonni dove erano messe in bella mostra volti di bimbi, incorniciati in quadretti, che contemplavo tutte le volte che li vedevo. Così sono le opere dell’artista, che sembrano invitarti a soffermarti e a prenderti le emozioni che ti regalano.
Maria Brillante, autodidatta, nasce a Nocera Inferiore (Sa) il 7 marzo del 1980. Segue studi di carattere pedagogico che la portano a lavorare prima come educatrice professionale e poi come insegnante. Da sempre disegnare è per lei il modo più congeniale per esprimere la sua interiorità e staccarsi per un po’ dalla realtà. Gli impegni familiari e lavorativi però la distolgono lentamente e totalmente dalla sua passione per lunghi anni.
Durante il lockdown generale del 2020, decide di provare a riprendere contatto con questa parte di sè ormai assopita e lo fa cimentandosi per la prima volta nella pittura.
Dipinge inizialmente soprattutto paesaggi, scoprendo, così, nella tela un “varco magico” che la conduce ogni volta in luoghi dove la fantasia e l’interiorità prendono forma e danno vita ad immagini dipinte e sognate.
Inizia poi a dedicarsi anche al disegno, senza tralasciare la pittura.
Successivamente si dedica anche a lavori decorativi su legno e stoffa.
A prevalere, nelle sue opere, è soprattutto il figurativo: Maria predilige le figure femminili, donne e bambine, che raccontano vissuti emotivi spesso autobiografici.
Si affaccia così timidamente nel mondo dell’arte.
Le sue opere sono selezionate per l’esposizione in diverse mostre nazionali e internazionali e partecipa ad alcuni concorsi artistici ed estemporanee di pittura ricevendo diversi premi e riconoscimenti.
Incontro Maria nel suo studio di lavoro, tra pennelli e colori e non mi lascio scappare un’intervista.
Com’è nata la tua passione per la pittura?
La pittura mi ha affascinata da sempre! Ricordo che da piccola, presso la spiaggia che frequentavamo in estate, cera una piccola bottega di un pittore che se ne stava sull’uscio a dipingere tutto il tempo. Io mi incantavo a vederlo lavorare. Se avessi potuto sarei rimasta ad osservarlo per ore!
Da bambina amavo disegnare e ho coltivato questo interesse fino al periodo adolescenziale. Mi sarebbe piaciuto frequentare il liceo artistico ma per una serie di motivi ho poi scelto mio malgrado un’altra scuola superiore e pian piano, presa da altri impegni, crescendo, ho lasciato le mie matite nel cassetto.
Sono passati anni, mi sono laureata, ho lavorato prima come educatrice professionale in una casa famiglia, poi come insegnante della scuola dell’infanzia, lavoro che continuo a svolgere e che amo tanto. Ho avuto due splendidi figli e tutto questo mi assorbiva totalmente.
Poi è arrivato il Covid. Il primo lockdown generale del 2020 è iniziato pochi giorni dal mio compleanno.
Stavo appena iniziando a venir fuori da un bruttissimo periodo e così pensai di farmi un regalo che potesse aiutarmi a passare il tempo tenendo impegnata la mente. Comprai dei colori acrilici, dei fogli adatti alla pittura, qualche pennello e provai a dipingere.
Guardavo tutorial su Youtube per capire come fare perché non sapevo da dove iniziare e… non ho più smesso!
Che tecnica di pittura usi?
Utilizzo i colori acrilici, dipingo prevalentemente su tela. Di tanto in tanto amo sperimentare anche tecniche nuove, diverse, ma in generale la mia pittura è quasi esclusivamente figurativa e tende al realismo.
Amo portare messaggi con quello che scelgo di rappresentare. Cerco sempre di coinvolgere emotivamente chi guarda un mio quadro.
So che hai partecipato a varie esposizioni di pittura, ci parli di questa esperienza?
Ho iniziato molto presto ad esporre. Tutto è cominciato così. Nell’estate 2020 decido di iscrivermi su Facebook perché sapevo che vi avrei trovato gruppi a tema dove avrei potuto imparare di più interagendo direttamente con persone che dipingevano. Sul finire di agosto vengo contattata da un curatore artistico che stava organizzando una mostra di pittura e aveva notato un dipinto che avevo pubblicato su uno di questi gruppi.
Pensa che avendo iniziato a dipingere da pochi mesi neanche firmavo le tele!
Figurati se avessi mai pensato addirittura ad un’esposizione! Ma devo dire grazie a Lucio Sandro Giardinelli, il curatore di cui parlavo prima, anch’egli pittore, che mi ha guidata, consigliata e incoraggiata nei miei primi passi nel mondo dell’arte. Da allora ho preso coraggio e ho partecipato a diverse mostre nazionali e internazionali e ad alcuni concorsi artistici, diversi premi e riconoscimenti.
In quest’ultimo anno appena trascorso ho fatto anche l’esperienza di dipingere in estemporanea, portando a casa un secondo premio.
Mi piace mettermi in gioco, amo le sfide ma anche il confronto che queste esperienze ti permettono di avere con tanti artisti. Nascono poi legami di stima e amicizia che per me restano la parte migliore di ogni mostra o concorso a cui partecipo. E quando mi capita di avere qualche riconoscimento reto sempre un po’ incredula e mi vien da pensare: ma sta succedendo proprio a me?!
I soggetti dei tuoi quadri sono bellissimi, infondono un senso di familiarità. A quali di essi sei particolarmente legata e perché
In ogni dipinto c’è qualcosa di mio però sono due quelli a cui sono più legata. Uno si intitola “Aspettando che torni il sereno”.
L’ho realizzato nell’autunno del 2020, quando siamo ripiombati di nuovo in lockdown. Si respirava un’aria di paura, di sconforto e di profonda incertezza in quei giorni e io sentii il bisogno di dirmi e dire attraverso la pittura che non può piovere per sempre. Dipinsi una bimba che guarda fuori attraverso i vetri bagnati dalla pioggia e attende paziente che torni il sereno.
Ci sono diversi dettagli che mi fanno rivedere in quella bimba me stessa da piccola (lo scialle di lana che mia madre mi faceva indossare nelle giornate fredde, il gatto che le fa compagnia, il modo in cui tiene i capelli raccolti…). per me quel dipinto porta un messaggio di resilienza che va oltre quel momento storico e abbraccia tutto il mio percorso di vita.
L’altro dipinto a cui tengo di più è “Mi fido di te”. Rappresenta la fiducia cieca e totale che i bambini hanno verso noi adulti e vuol spingere chi lo guarda a riflettere sull’enorme responsabilità che come genitori, educatori e come società abbiamo verso i nostri cuccioli, sia rispetto alla tutela di ogni loro diritto, sia rispetto alla tutela dell’ambiente che noi “grandi” lasceremo loro in eredità.
Sono tematiche che mi stanno particolarmente a cuore. Ho scelto volutamente una prospettiva particolare, inusuale, per rappresentare la scena in modo che la bambina, protagonista del dipinto, punti gli occhi colmi di fiducia proprio neglio occhi di chi guarda; e lo fa mentre poggia i piedi su una lastra di ghiaccio che si sta spaccando, particolare che richiama all’urgenza di salvaguardare questo pianeta che saranno loro ad abitare domani.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Non ho progetti precisi per il futuro. Vivo questa passione giorno per giorno. Sta accadendo tutto così velocemente che faccio fatica a proiettarmi nel futuro. Io continuo a dipingere e poi… sarà bello scoprire dove questo mi porterà.
Un tuo quadro sarà in esposizione al Festival di Sanremo 2023, un importante traguardo. Ce ne parli?
Anche questa un’esperienza, che mai avrei neanche potuto immaginare di poter raccontare! Sono tra i 30 artisti selezionati per esporre nei salotti e negli studi televisivi di Casa Sanremo durante i giorni del Festival. Una vetrina eccezionale davvero!! E la mia reazione di fronte a tutto questo resta sempre la stessa: ma sta succedendo proprio a me?!
Quello che mi rende particolarmente felice è la possibilità di far arrivare lo sguardo di quella bambina, di cui ti parlavo prima, a tantissimi occhi, perché il dipinto selezionato è proprio “Mi fido di te”. Ho bisogno di dare un senso profondo a tutto ciò che faccio e di trasmetterlo e questa opportunità mi permette di riuscire a farlo alla grande!
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