In un’inattesa rivoluzione elettorale a Torre Annunziata, Corrado Cuccurullo, sovvertendo tutti i pronostici, il candidato del centro-sinistra, ha superato tutti gli ostacoli esterni, ma soprattutto interni alla sua coalizione, conquistando la carica di sindaco e lasciando dietro di sé una scia di sorpresa e riflessioni all’interno della politica locale.
Cuccurullo, professore ordinario all’università Vanvitelli, laureatosi alla Bocconi, è riuscito a ribaltare le previsioni grazie alla sua approfondita preparazione e al modo in cui ha condotto una campagna elettorale basata sull’onore e il rispetto, nonostante un clima elettorale velenoso. “Posso anche non essere eletto, ma non perderò mai la mia dignità”, aveva dichiarato quando gli attacchi personali dei suoi avversari avevano raggiunto livelli infimi, sottolineando la sua integrità in un ambiente spesso marcato da tattiche aggressive, allorché perdenti.
La sua vittoria non è solo personale, ma rappresenta anche un riconoscimento per quella porzione di cittadini che, stanchi delle dinamiche tradizionali legate ai partiti e ai cosiddetti padrini politici, obiettivamente hanno scelto, non facendosi condizionare dal recente passato, e hanno cercato un’alternativa capace di promettere un autentico cambiamento e una vera rigenerazione sia urbana che politica.
Dall’altro lato dello spettro politico, la sconfitta è stata netta per la coalizione di centro-destra che forse non avrebbe dovuto sottostare al ricatto dell’autoimposto Carmine Alfano, la cui candidatura si è rivelata una “fotocopia sbiadita” dei precedenti governi locali. Alfano è stato travolto dalle accuse rivolte all’avversario e da una conduzione di una campagna elettorale culminata in un “suicidio politico” per una coalizione che non è riuscita ad impedire la sua candidatura e arginare le sue scelte.
Il Partito Democratico locale si trova ora in una fase di profonda riflessione. I signori delle tante tessere e dei pochi voti, quelli che prima manovrano e poi tradiscono, quelli delle firme, quelli dei commissariamenti, coloro che preferivano una figura interna al Pd piuttosto che un indipendente dello spessore di Cuccurullo, i “Jep Gambardella” pensavano di aver completato l’opera: dal commissariamento del vecchio segretario Savarese, poi il tradimento nei confronti di Ascione hanno culminato la loro opera di sabotaggio prima con la richiesta di sospensione del segretario del PD locale, Giuseppe Manto e poi con il mancato appoggio alla sua candidatura.
Corrado Cuccurullo, nelle ore successive la sua vittoria è stato chiamato “a rapporto” nella sede del PD per ricevere l’investitura da parte di chi prima non lo ha reputato il candidato adatto e neanche lo ha sostenuto, ma pronti a fargli la festa (per poi farla fallire). Invito rispedito al mittente dal futuro sindaco: anche la sua elezione non è barattabile con la sua dignità.
Quella parte del gruppo dirigente del PD, che si è trovato dalla sera alla mattina dimissionato e che si è legato alla figura di rinnovamento di Corrado Cuccurullo, ora si augura che lo stesso Sindaco possa divenire il segretario del partito locale, eliminando così quelle divergenze tra azione politica e azione amministrativa che spesso hanno esasperato contrasti e conflitti; la vecchia segreteria si augura anche che la sede del PD – fuori dai giochi delle tessere – possa divenire una casa comune aperta in cui la partecipazione attiva dei cittadini si possa tradurre in buone azione di governo della città.
Mentre Corrado Cuccurullo si appresta a prendere le redini di Torre Annunziata, il panorama politico della città si mostra fortemente cambiato confermato dalle nove le donne elette nelle file della sua maggioranza. Resta da vedere come i vari attori politici si adatteranno a questa nuova realtà, e se Cuccurullo riuscirà a tradurre la sua vittoria in un successo amministrativo capace di rispondere alle aspettative dei suoi elettori e lontano dai padroni di partito e dai padrini politici.
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