lunedì 16 Settembre 2024
HomeCultura e SpettacoliLa mostra "Il ventre di Napoli" ispirato alla giornalista Serao

La mostra “Il ventre di Napoli” ispirato alla giornalista Serao

Napoli. Un viaggio nel corpo di Napoli, nei labirinti della città e del suo popolo, un profilo autentico di una terra, fra colori, odori, sapori, che nessuno prima di Matilde Serao aveva guardato così intensamente.
Si ispira proprio all’opera della giornalista, e ne riprende il titolo, la mostra “Il Ventre di Napoli” che sarà inaugurata l’8 luglio al Madre. La Serao entra, attraverso la sua inchiesta, condotta dopo l’esplosione del colera nel 1884, nei bassi, nella promiscuità, nel brulichio della città partenopea, fra piazze, palazzi, monumenti, dove regna la povertà, la superstizione e dove ogni singolo cittadino vive per il “lotto”.
Un popolo eccezionalmente meridionale, nel cui sangue s’incrociano eredità etrusche, arabe, saracene, normanne, spagnole e le cui influenze si ritrovano nella lingua napoletana, nel cibo, nella musica, nelle architetture.
Il progetto “Il Ventre di Napoli” è nato e si è sviluppato in due anni di intenso lavoro tra Rotterdam e Napoli, in riferimento alla situazione socio-politica delle due città multiculturali.
Una “napoletanità” ancora viva, un’unicità sociale e culturale dove forte è ancora il senso di appartenenza e di forte identità, nonostante il “melting pot”.
Così nove artisti provenienti dalla città olandese hanno vissuto a Napoli, studiandone le peculiarità, i pregi, i difetti, per poi interpretarli, una volta allontanatosi, in una chiave di lettura personale.
La ricchezza di chiese presenti nella città e il grande e autorevole ruolo che queste ancora oggi ricoprono nella quotidianità e nella politica, ha colpito Ronald Cornelissen. Nella sua opera religione e politica convergono, senza perdere di vista la predilezione per la teatralità e per quel tocco di grossolanità tipico del popolo napoletano.
I ricordi di Rossella Biscotti tornano, invece, vivi nella sua opera: fa rappresentare a Napoli la performance di una persona che corre per le strade della città. La corsa rappresenta da un lato un itinerario personale tra i ricordi dell’artista, dall’altro una metafora dello scorrere del tempo. I luoghi incontrati dal corridore lungo il tragitto sono legati, dunque, alla memoria collettiva della città e alla memoria personale dell’artista.
Maziar Afrassiabi, Mohammed Benzakour, Libia Castro & Olafur Olafsson, Ben Laloua, Didier Pascal, Parisa Yousef Doust e Katarina Zdjelar, attraverso il progetto curato da Patricia Pulles, esprimono la personale percezione dello stato urbano, sociale e culturale della città confrontandosi con un’altra comunità, quella di Rotterdam, che come la stessa città partenopea sente vivo il forte senso di appartenenza. Non un insieme di similitudini o differenze ma due esempi di realtà multiculturali in dialogo tra loro.
La mostra è visitabile fino al 13 settembre.

Felicia Liguori

Sostieni la Provinciaonline

Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.

Articoli recenti

Rubriche