SANT’ANASTASIA- Dopo l’abuso edilizio è arrivato l’ordine di abbattimento e il successivo ricorso al Tar contro il Comune. Con questo atto si è aperta “una lite” tra il capogruppo consiliare di Alleanza nazionale, Alfonso Gifuni e l’amministrazione comunale di centrodestra. Un particolare sottolineato anche dalla sezione anastasiana de La destra. In un documento i dirigenti del partito della Santanchè ripercorrono le ultime date di questi fatti che porterebbero ad uno sconvolgimento anche nell’ambito del consiglio comunale. “L’8 gennaio il responsabile del Servizio urbanistica del Comune”, spiegano, “ha ingiunto ad Alfonso Gifuni, e ai suoi fratelli di demolire le opere realizzate (in difformità dalla Dia) in via Zazzera a Sant’Anastasia , i tre fratelli Gifuni in seguito hanno presentato ricorso al Tar contro la decisione del Comune. Il 9 aprile la giunta si è costituita in giudizio contro il ricorso dei Gifuni a difendere l’Ente l’avvocato del Comune Antonietta Colantuoni. L’8 maggio si è tenuta l’udienza davanti al Tar con la quale i proprietari del manufatto chiedevano la sospensiva dell’ordine di abbattimento, ma la loro richiesta non è stata accolta. Siamo venuti a conoscenza di questi fatti e della lite pendente tra il Comune ed il consigliere e ci sono venuti dei dubbi che vorremmo chiarire. Tenendo conto che l’articolo 63 (comma 4) del Testo unico degli Enti locali (legge 267 del 2000) prevede l’incompatibilità per chi abbia una lite pendente, in quanto parte di un procedimento civile od amministrativo, con il Comune. Ci chiediamo come mai la giunta, dando il mandato legale all’avvocato del Comune, non si sia preoccupata di chiedere in consiglio comunale se esisteva l’incompatibilità. Insomma questo fatto era noto ai partiti, di maggioranza, ma anche della minoranza? e se si come mai non sono stati presi dei provvedimenti?”. Infatti, in base a quanto stabilito dall’articolo 69, sempre della legge 267, quando “successivamente alla elezione si verifichi qualcuna delle condizioni previste dal presente capo come causa di ineleggibilità ovvero esista al momento della elezione o si verifichi successivamente qualcuna delle condizioni di incompatibilità previste dal presente capo il consiglio di cui l’interessato fa parte gliela contesta”. Ma questo atto può essere fatto anche da un cittadino, in base all’articolo 70 “La decadenza dalla carica di sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale o circoscrizionale può essere promossa in prima istanza da qualsiasi cittadino elettore del comune, o da chiunque altro vi abbia interesse davanti al tribunale civile, con ricorso da notificare all’amministratore ovvero agli amministratori interessati, nonché al sindaco o al presidente della provincia”.
A questo punto le osservazioni mosse da La Destra hanno lo scopo di chiarire una situazione che riguarda direttamente l’esecutivo e le sue decisioni, che come tali meritano la massima trasparenza. “Vogliamo sapere se la posizione del consigliere Gifuni crea incompatibilità con il suo ruolo in assemblea, e che la stessa verifica venga fatta anche riguardo altri consiglieri che potrebbero trovarsi anche loro in una situazione del genere”.
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