Una lettera inviata al Ministro della Salute Orazio Schillaci,
Al Direttore Generale ASL di Avellino Mario Ferrante
Al Direttore pronto soccorso Ospedale Moscati di Avellino Antonino Maffei
, Al Commissariato Polizia di Avellino
e a diverse redazioni di giornali. A sceiverla Emanuele Coppola che è sempre stato impegnato a seguire tematiche sociali e lo ha datto anche con il suo ultimo libro: “Le cinque piaghe”, scrive per denunciare ciò che è accaduto al pronto soccorso dell’ospedale Moscati di Avellino.
Ecco di seguito la missiva
Gentile Ministro, gentili Direttori, gentili Giornali,
Premesso che il giorno 10 febbraio 2025, lo scrivente si presentava, alle ore 16:14, al Triage del
Pronto Soccorso dell’Ospedale G. Moscati di Avellino, accusando forte dolore alla schiena, alla
spalla ed al braccio sinistro. Dopo un rapido ECG, gli veniva assegnato un “codice azzurro”;
visitato alle ore 17:51 e dimesso alle ore 00:11 con la diagnosi di cervicalgia. Gli accertamenti del
caso duravano solo pochi minuti, a fronte delle n. 8 ore di permanenza al Pronto Soccorso. Fin qui,
tranne per la lunga e personale disavventura, rientrerebbe tutto nelle rassegnate aspettative di chi è
costretto a rivolgersi alla sanità pubblica campana.
Ciò premesso, il motivo della presente è tutt’altro. Lo scrivente, pacificamente, si indignava per la
non attenzione riservata ad un signore 80enne, accettato allo stesso tempo circa, in “codice bianco”.
Il nonnino, adagiato sulla barella dell’autoambulanza e dietro una spessa parete, affetto molto
Probabilmente anche da un evidente declino cognitivo e motorio, continuamente alla ricerca di un poco
d’acqua, restava in quello stato fino alle ore 11:00 circa, prima di ricevere assistenza. Preso dallo sconforto,
scattava alcune discrete foto: tanto bastava per attirare l’attenzione della guardia giurata di turno che
prontamente avvertiva il Commissariato di Polizia della zona. Gli Agenti della volante 1 intervenuti,
non evidenziavano alcun comportamento lesivo dello scrivente nei confronti di chicchessia.
Alle pareti, il condivisibile messaggio del cartiglio “basta alla violenza in emergenza”, cozzava, per
quanto vissuto dallo scrivente, con il seguito dello stesso “noi lavoriamo con il cuore”.
Ebbene, se cuore c’era, nessuno dei presenti l’ha percepito, soprattutto quel tenero e fragile
vecchietto. Questa è “indifferenza in emergenza”.
Cordialmente
Emanuele Coppola
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