DA METROPOLIS DEL 22 OTTOBRE
Pomigliano d’Arco. Presto scadrà la cassa integrazione straordinaria degli operai Fiat di Pomigliano d’Arco, motivo che ha spinto il ministero del Lavoro a convocare Fiom, Fim, Uilm e Fismic per il 3 novembre. Alla base del’incontro la richiesta della Fiat di cassa integrazione in deroga per lo stabilimento “Gianbattista Vico”. A metà novembre infatti si esaurirà la cassa straordinaria utilizzata per i dipendenti del “Vico” dopo la cassa ordinaria. “La cassa in deroga”, spiegano i sindacati, “è stata chiesta per 8 mesi in vista del rientro dei lavoratori in azienda a partire dalla prossima primavera per la produzione della Panda così come previsto dall’accordo raggiunto quest’estate dalla Fiat con Fim, Uilm e Fismic”. Ormai sono trascorsi quasi 4 mesi dal referendum di Pomigliano, referendum che ha lasciato libertà di scelta agli operai di decidere sul proprio futuro, e gli operai del Vico il 22 giugno diedero parere positivo a quell’accordo. Il 16 novembre scadrà la cassa integrazione straordinaria. La FIOM minaccia da subito azioni di lotta per contrastare questa richiesta che secondo il sindacato dei metalmeccanici della CGIL va contro la normale rutine per uno stabilimento che si accinge ad investire 750 milioni di euro, mentre per la Fiat la richiesta sarebbe l’unica strada percorribile per dare quel giusto distacco tra il vecchio stabilimento e la nuova Fabbrica Italia e salvare di fatto l’investimento dai sindacati che non hanno firmato l’accordo del 22 giugno. Intanto nello stabilimento Pomiglianese i lavori di bonifica nel reparto di lastratura sono stati quasi ultimati e si attendono per gli inizi di novembre le ditte del Nord per incominciare la messa in opera delle linee di montaggio della macchina che salverà Pomigliano. La continua resistenza della Fiom trova in netto disaccordo il segretario nazionale della FIM Bruno Vitali il quale sostiene: ”Continua la campagna mediatica per rovesciare la verità dei fatti. Ancora oggi la Fiom, per bocca del suo segretario generale, Landini, insiste col mantra dei ridotti salari e ridotti diritti in Fiat. Ciò è palesemente falso. Un turnista di terzo livello in catena di montaggio, quando riprenderà a lavorare a Pomigliano, guadagnerà 3200 € lordi in più all’anno. Quando lavorerà il 18° turno, ogni volta intascherà in più 200 € lorde (tassate al 10%). E sullo sciopero esiste solo un’autoregolamentazione dei sindacati firmatari sul turno della domenica notte il cui non rispetto comporta, per quei sindacati, una multa sui permessi sindacali e sulle quote tessera. Ognuno è libero di fare e aderire a scioperi. Tutto viene urlato invece come distruttivo e negativo. La Fiom non può pensare che basta ripetere all’infinito una bugia per farla diventare vera. Le cose invece sono scritte: dai testi e dai conti viene fuori una realtà diversa da quella propagandata”. Intanto che i sindacati si mettano d’accordo se conta più il lavoro o il contratto continua la sofferenza dei circa 5200 cassaintegrati Fiat, sofferenza economica, oltre che morale, ma qualcosa si sta muovendo. Dopo un incontro richiesto ed ottenuto dall’associazione “Classe Operaia” col sindaco di Casalnuovo per chiedere un sostegno, un tavolo tecnico e di confronto fra le associazioni dei commerciati e gli operai con il patrocinio del Comune sta per far nascere una serie di convenzioni e sconti attraverso una “card solidale”, l’appuntamento decisivo per chiudere il cerchio sembra quello del 26 ottobre.
Paolo Voce
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