SANT’ANASTASIA – Una storia infinita quella che riguarda la decisione sull’incompatibilità che sorgerebbe per il capogruppo di Alleanza nazionale, Alfonso Gifuni. L’udienza è stata, infatti, nuovamente rinviata. Questa volta il giudice del tribunale di Nola ha verificato che c’era un errore nelle notifiche ed ha fissato l’udienza per il 28 gennaio.
Sulla incompatibilità, ancora da stabilire, del consigliere di An è stato presentato un ricorso che richiama i fatti avvenuti lo scorso anno. Nel 2007, infatti, Gifuni ed i suoi fratelli hanno commesso un abuso edilizio nel Parco nazionale del Vesuvio scoperto dai carabinieri e per il quale il Comune ha chiesto l’abbattimento. Da qui la decisione per l’esponente del centrodestra di presentare ricorso al Tar contro la scelta dell’Amministrazione. Atto che ha dato il via alla “lite” tra il capogruppo consiliare ed il Comune. Un ricorso contro Gifuni che parte dall’articolo 63 (comma 4) del Testo unico degli Enti locali (legge 267 del 2000) che prevede l’incompatibilità per chi abbia una lite pendente, in quanto parte di un procedimento civile od amministrativo, con il Comune. Finora l’Amministrazione non ha preso provvedimenti, nonostante quanto stabilito dall’articolo 69, sempre della legge 267, che specifica che se “successivamente alla elezione si verifichi qualcuna delle condizioni previste dal presente capo come causa di ineleggibilità ovvero esista al momento della elezione o si verifichi successivamente qualcuna delle condizioni di incompatibilità previste dal presente capo il consiglio di cui l’interessato fa parte gliela contesta”.
Il procedimento è, dunque, ancora in corso a dispetto di chi sosteneva che il tribunale avesse rigettato già lo scorso settembre il ricorso presentato da alcuni cittadini vicini al movimento politico de La Destra. Proprio un loro esponente, infatti, entrerà nell’assemblea al posto di Gifuni, se la legge gli darà ragione e si tratta di Felice Manfellotto.
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