Sant’Anastasia. Basta, dipendere dal Nord Italia, dalle industrie e dalle multinazionali! Difendiamo e valorizziamo il Sud Italia. Con questo obiettivo e determinazione hanno iniziato il 2011 lanciando sul mercato un proprio marchio e la loro linea di pomodori in vetro e barattoli a prezzi concorrenziali. Una rivoluzione ha che coinvolto 28 imprenditori agricoli, soci della cooperativa Euro Promo, che riunisce agricoltori della Campania, Puglia e Molise, sotto la Presidenza di Gennaro Russospena, imprenditore di Sant’Anastasia.
Attraverso un prodotto realizzato con pomodori coltivati a “lotta Integrata” l’intento è anche quello di valorizzare tutte le qualità dei prodotti del Sud: il sole, il clima, il terreno fertile. Fino alla fine del 2010 la cooperativa, nata nel 2005, si è limitata a produrre in particolare pomodori – tipo San Marzano – da industria. In cinque anni è riuscita ad arrivare ad un conferimento da parte dei “contadini” soci, ma è più corretto chiamarli imprenditori agricoli, di circa 100.000 quintali di pomodoro l’anno, che venivano venduti alle industrie di trasformazione, che a loro volta mediante rappresentanti, grande e piccola distribuzione, multinazionali li immettevano sul mercato.
“Una lunga filiera, che abbiamo ridotto drasticamente. I mercati sono saturi e fino al cambiamento di rotta siamo stati avvantaggiati e concorrenziali proprio perché facciamo un prodotto a lotta integrata, seguendo un disciplinare specifico della Regione Campania, che controlla noi e la nostra associazione APOPA, alla quale siamo iscritti, che certifica la nostra produzione”.
Pomodori, dunque, a lotta integrata, con una pratica di difesa delle colture che prevede una drastica riduzione dell’uso di fitofarmaci, mettendo in atto diversi accorgimenti, tra cui l’utilizzazione di prodotti non tossici per l’uomo e gli insetti utili; uso di diffusori ferormoni, per confondere sessualmente gli insetti dannosi; inserimento di insetti non dannosi che siano predatori naturali degli insetti dannosi(lotta biologica), sfruttando una tecnica che ha bisogno di assistenza tecnica qualificata.
“E’ ovvio che abbiamo i nostri agrari, che controllano e c’è un “quaderno di campagna” nel quale possiamo dire la storia delle colture e dei nostri pomodori. La nostra sfida nasce dalla consapevolezza del prodotto che abbiamo e dalla gravissima condizione di mercato del 2010, in quanto i nostri pomodori venivano sottostimati, con perdite eccessive. Nata l’idea, a gennaio 2011 abbiamo concretizzata. Oggi siamo noi, ma è anche un rischio, a trasformare una parte del nostro prodotto, per intraprendere una strada tutta nuova, in una filiera di solito molto lunga che abbiamo accorciato per cercare di arrivare direttamente alla massaia con il prodotto finito. Abbiamo scelto un marchio e ci siamo lanciati in questa avventura. Produciamo tutta la linea del pomodoro (pelati, polpa, pomodorino e passata) e stiamo incontrando il favore della piccola e media distribuzione”.
In che termini vi ponete con il mercato del Nord Italia e le multinazionali?
“Il nostro futuro, come coltivatori, è quello di trasformare ciascuno o insieme i prodotti, così può nascere un’imprenditoria agricola industriale al Sud, fatta di tante piccole “nicchie” e tanto lavoro che può dare soddisfazione e guadagno. Un guadagno, però, che si basa su vendite a prezzi concorrenziali. A mio parere i produttori del Sud Italia, se vogliamo veramente riscattare noi stessi e la nostra terra, devono finalmente capire che è necessario iniziare a trasformare al Sud per poter poi conquistare i mercati del Nord. Abbiamo ottimi appezzamenti di terreno, clima, specialità e prodotti tipici, competenza. Queste caratteristiche sono, ad es., raccolte tutte nel nostro marchio, che dice anche la nostra voglia di far decollare il Sud Italia”.
L’iniziativa trova concorde l’Amministrazione Comunale, perché “è un esempio da seguire. I nostri produttori agricoli devono essere incoraggiati e sostenuti nel “fare impresa” – dicono il Sindaco, Carmine Esposito e l’assessore al commercio, Felice Manfellotto – specialmente in questo periodo così difficile della nostra economia. Valorizzare i prodotti tipici, come l’albicocca, la catalanesca e le bontà delle nostre terre, come i pomodori, è un obiettivo da non trascurare, ma molto meglio sarà se accanto alla vendita nasce e si sviluppa a livello locale l’industria della trasformazione. E non a caso abbiamo in programma la destinazione alle imprese di apposite aree dei P.I.P.”.
Il Capo Ufficio Stampa
Giuseppe Piscopo
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