NAPOLI – Presidio delle associazioni davanti al consiglio regionale della Campania martedì 18 settembre alle ore 10 per sollecitare l’approvazione della Legge sulla Dignità e Cittadinanza sociale. L’appello arriva dal Forum regionale del terzo settore e dal comitato “Il welfare non è un lusso” che riunisce oltre 150 organizzazioni sociali. In coincidenza è prevista una seduta monotematica del consiglio regionale con il compito di approvare i 75 articoli della legge sociale.
“Dopo i tentativi falliti di questa estate di licenziare la legge sulla Dignità e la Cittadinanza sociale”, si legge nel comunicato dei promotori del sit-in, “ci diamo appuntamento proprio nella stessa giornata per impedire ulteriori rinvii”.
La normativa sul welfare regionale prevista per ogni Regione dalla legge quadro sul sistema socio-assitenziale (L. 328 del 2000) si propone di rendere stabile l’organizzazione territoriale e la programmazione sociale. Di definire i poteri sostitutivi nel caso di inadempienze da parte dei vari livelli istituzionali. Di regolamentare i diversi ruoli dei soggetti del terzo settore. Di fissare i criteri e gli standard di funzionamento.
“Il consiglio regionale della Campania”, avvertono le associazioni, “deve prestare la dovuta attenzione a questioni fondamentali per lo sviluppo della regione, allo scopo di garantire i diritti a tutti i cittadini”. Il welfare, sottolineano, non può essere valutato solo in termini di costi, ma anche come sviluppo di attività che, oltre ad avere ricadute positive sul piano occupazionale, contribuisce attivamente alla creazione e al mantenimento del benessere delle persone.
“Se non si può contare su risposte sicure ai bisogni delle persone, a partire da quelle più fragili e con problemi”, si chiedono gli organizzatori del presidio, “che razza di sviluppo potrà mai esserci”?
“La legge, appunto, non risolve tutti questi problemi, ma costituisce uno strumento fondamentale per rimettere in cammino un processo di riforma che ormai appare bloccato. Questa Regione non approva una legge sociale da oltre vent’anni e non vuole comprendere che la prima emergenza da affrontare è quella sociale”.
Anna Maria Romano
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