NOLA. Il vescovo di Nola, monsignor Beniamino Depalma ha scritto una lettera a Salvatore Liguori, papà di Domenico e a lui e alla famiglia di Francesco Tafuro si rivolge in questo toccante scritto che è stato letto durante la funzione che si è celebrata ieri nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Ecco di seguito il testo integrale:
Carissimo signor Salvatore,
le scrivo con cuore aperto pensando con cuore di padre e volendo parlare al cuore di un padre.
E’ difficile per me voler dare parole di consolazione o di speranza, solo il Signore può colmare quei vuoti che la vita ci impone anche con violenza così la morte Domenico, insieme al suo amico Francesco, entra in quella serie di eventi di cui non possiamo continuare a chiederci “perché?”, ma verso cui guardare con la certezza della luce della Resurrezione negli occhi e nel cuore.
A noi spetta solo imparare da questo evento a non emettere sentenze arbitrali e frettolose, pronunciate con troppa facilità in questa gara che sembra essere diventata virale nella nostra epoca: individuare il colpevole. Questo desiderio di giustizialismo nasconde talvolta il non volersi assumere responsabilità rispetto a tutti gli atteggiamenti di violenza che inquinano le nostre relazioni quotidiane, a tutti gli usi e gli abusi di prepotenza che segnano la nostra vita, non vogliamo dirci che tante illegittimità dipendono dal fatto che anche i nostri cuori sono mal disposti alla pazienza e all’accoglienza.
Così oggi piangiamo insieme la morte di questi figli, anche la morte di quel coraggio di poter dire il bene, della Misericordia da proporre come stile non solo di Dio, ma anche nostro. In questo momento la mia solidarietà umana, la mia preghiera di credente, la mia vicinanza di amico.
Né Domenico né Francesco hanno bisogno dei nostri segni e delle nostre parole per riscattarsi, le loro vite parlano da sole, quelle vite sono davanti agli occhi di quel Dio che noi chiamiamo Padre, quel Padre saprà riconoscere i propri figli.
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