Pomigliano d’Arco: Lo striscione “Pomigliano non si tocca” non è più sul balcone del nuovo primo cittadino. E’ proprio così, il simbolo delle manifestazioni in strada vien giù, come alla fine dell’ultima scena, cala il sipario e cambia anche scenografia. Le “pulizie di primavera” della nuova amministrazione sembrano aver messo in cantina quello che il neo eletto Lello Russo definisce una forma di strumentalizzazione. Arrotolato in un cantuccio della casa comunale, lascia quanto meno l’idea di quale controversa e bizzarra storia stia vivendo il mondo del lavoro. “Nella mia campagna elettorale e nel ringraziare gli elettori dopo la mia elezione, ho espresso la mia solidarietà ai lavoratori” dice Russo. “La mia storia di sindaco( dal 1980 al 1992 già primo cittadino di Pomigliano per Psi, ndr) dimostra che mi sono sempre distinto nelle lotte dei lavoratori ed anche in questa fase sarò al loro fianco. Se lo striscione risolvesse il problema ne avrei messi cento. Visto che siamo vicini ad un accordo perché tenerlo? Voglio essere giudicato per quello che farò per questi lavoratori e sono disposto ad incontrarli, tramite richiesta dei sindacati. Gli operai in campagna elettorale sono stati strumentalizzati da alcune forze politiche, mi è sembrato opportuno che questa vergogna venisse meno” aggiunge e replica: “Questo striscione è contro gli operai non a favore ed offende la loro dignità”. Opinioni assolutamente non condivise dagli stessi lavoratori. Gerardo Giannone operaio Fiat afferma: “Alla vigilia del 25 aprile data della liberazione dal nazifascismo il neo sindaco di Pomigliano toglie il simbolo di tante lotte operaie, credo che sia scandaloso. La nuova maggioranza dovrebbe prendere quello striscione ed esporlo in un luogo dove tutti possano capirne il significato”. E propone il museo del lavoro, in cui possa essere osservata la storia industriale di questa città con tre realtà importanti per il sud Italia: l’Avio,la Fiat e l’Alenia. “Appartenere alla classe operaia per me rappresenta un vanto, il sindaco prima di togliere il simbolo delle nostre lotte, avrebbe fatto bene a convocare i sindacati e gli operai e programmare con loro scelte da sostenere” aggiunge Giannone. Anche Franco d’Isanto Rsu Uilm aggiunge:” Lo striscione è il simbolo della lotta dei cento operai licenziati per ritornare in fabbrica ed è lo stendardo della difesa del lavoro. Non è un simbolo politico e non è il simbolo di una parte politica. C’è ancora una vertenza in atto. Pomigliano, ad oggi, è ancora i bilico”. E avvisa: “Manifesterò con tutti i centro precari per Pomigliano affinchè ritorni lo striscione”. Intanto l’Ugl pensa al 1 maggio, dopo che il 25 aprile forse è stato in tutto o in parte dimenticato. «Più occupazione contro la crisi» è lo slogan che il sindacato ha scelto per dedicare la celebrazione della Festa deiLavoratori ai temi del Mezzogiorno, dell’occupazione, dello sviluppo,della legalità e della sicurezza. Pomigliano come luogo-simbolo di un’industria in crisi che cerca di riprendersi, tenta o meglio stenta a ricucire il mancato accordo sul Piano Marchionne e guarda avanti per un pacchetto industriale coi fiocchi.
Isabella Esposito
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