DA METROPOLIS DEL 23 FEBBRAIO
Sant’Anastasia. Dopo dieci anni chiude l’Amav, la municipalizzata che si occupava della gestione dei rifiuti. L’attuale amministrazione di centrodestra ha comunicato quello che era nell’aria ormai da mesi: la messa in liquidazione della società creata nel 2000 dall’esecutivo guidato dal sindaco Enzo Iervolino. Una notizia che è stata ufficializzata nel corso di un lungo incontro al cinema Metropolitan. Protagonista assoluto il sindaco Carmine Esposito, che facendosi aiutare, prima da alcune slide con dati e cifre e poi dalle domande che gli sono state rivolte dalla collaboratrice de “Il Mattino” Daniela Spadaro, ha fatto, a suo dire, chiarezza.
“Attualmente l’Amav versa in una condizione di dissesto grave, ha eroso l’intero capitale sociale, ha sperperato tutte le entrate ed ha accumulato debiti per importi insostenibili”, ha detto il leader del centrodestra, “Come è palese, sono i numeri a parlare per noi: basti tener presente quali sono gli importi corrisposti per il personale e quali sono gli importi corrisposti annualmente per il lavoro straordinario. L’ultimo bilancio rassegnato dalla società fa emergere chiaramente tutte le patologie che l’hanno dilaniata: l’Amav registra debiti per un totale di 3.100.000 euro”.
Ma il sindaco ha poi proseguito il lungo monologo rivolgendosi soprattutto agli ex amministratori: “Nessuno spiegherà mai come si sono fatti questi debiti, se ha sistemato qualche parente nell’Amav, diranno che noi siamo arroganti, ma resta un problema. Non soltanto ci sono i tre milioni e cento di debiti, ma il doppio. Il Comune ora dovrà preoccuparsi di far funzionare il servizio di igiene urbana che costa altrettanto. Quando andrò di nuovo alla Procura per portare i nuovi dati che ho fornito stasera forse ci sarà qualcuno che dovrà rispondere, da punto di vista contabile, del perché siamo arrivati a questo”. Parlando di Procura il sindaco ha fatto anche riferimento agli esposti che gli sono stati presentati contro nelle ultime settimane, quello del suo omonimo Carmine Esposito, ex presidente del Consiglio e Luigi Pappadia ex dirigente dell’ufficio Urbanistica. A riguardo ha esordito, rivolto ai cittadini, “Se siete con me applaudite, se siete contro mi fischiate. Secondo voi esiste reato più grave che far pagare cittadino che non ha responsabilità e che paga le tasse una sovraesposizione debitoria di 6miliardi di lire?”, il pubblico in sala ha applaudito il sindaco che ha aggiunto, “Non esiste reato più grave, Esposito, voleva mettermi alla prova per vedere se io sapevo che Iervolino e quelli all’Amav hanno rubato, questo lo può sapere più lui perché all’epoca stava con loro. Reati di cui si sono macchiati, addentrandosi nelle tasche dei cittadini inconsapevoli e indifesi. Il reato più grave che un amministratore può fare e mettere le mani nelle tasche dei cittadini ingiustificatamente. Gli altri li andremo a vedere. Andrò in Procura, dopo il suo esposto, porterò numeri e dati se poi sarà la magistratura a fare il suo corso. Da oggi inizia la liquidazione dell’Amav che non comporta l’interruzione del servizio”. E sui bilanci Amav: “Potevo comportarmi come Carmine Pone e Iervolino (ex sindaci di centrodestra e centrosinistra, ndr) e votare un bilancio falso, perché di questo si tratta. Quando l’Amav mandava al Comune fatture di ribaltamento dei costi il sindaco la prendeva e metteva in disparte, poi mentre non gli riconosceva richiesta di maggiori costi e mentre la società metteva in bilancio i crediti che gli doveva l’ente il sindaco si sedeva all’assemblea dei soci e votava quell’entrata che lui non voleva concedere. Qui gran parte dell’imbroglio dell’Amav”. Esposito però in questi mesi ha “premiato”, sia l’assessore Armando Di Perna che si è occupato di Bilancio con l’ex sindaco Pone che Luigi Terracciano, il dirigente che gestiva l’Ambiente e quindi della municipalizzata e ora ha ottenuto anche l’Urbanistica. Scelte che il primo cittadino ha spiegato così: “Di Perna non ha nessuna responsabilità. E’ stato assessore per un anno e mezzo. Ha approvato il bilancio e la ricapitalizzazione dell’Amav con un adeguamento alla società di 260mila euro. Poi però il presidente, due mesi dopo, ha presentato una fattura al Comune dicendo che voleva altri soldi, il sindaco sbagliando non gli ha dato i soldi, ma ha votato il bilancio in cui l’Amav vantava quel credito. Lui ha responsabilità, non certo l’assessore o il funzionario”. Dopo la liquidazione l’idea è che il servizio sia gestito in proprio dall’ente. “Sono dell’idea di incorporare i dipendenti al Comune”, ha spiegato, “Se è possibile assumeremo tutti, anche se so che qualcuno andrebbe licenziato, pensiamo però di prenderci carico dei lavoratori Amav. Stiamo verificando tecnicamente come fare”. Riguardo poi l’altro esposto quello presentato da Pappadia. “L’opposizione ha fatto assurgere Pappadia ad un caso comunitario”, ha dichiarato Esposito, “non si sono interessati ai vigilini, all’Amav, agli altri dipendenti però è diventato un problema la solidarietà a Pappadia. Oggi mi viene sospetto del perché l’opposizione vuole a tutti i costi Pappadia, lui che è stato stabilizzato come funzionario senza concorso e secondo me violando la legge. Parlo di lui perché ritengo che la politica urbanistica a Sant’Anastasia ha distrutto questo territorio e lui era il responsabile del settore. Non è un questione personale, tant’è che non ho cambiato soltanto lui, ma anche il capo del Personale, la responsabile delle Politiche sociali e Pubblica istruzione. Non c’è stato un atto contro di lui, ma una riorganizzazione”. Un duro intervento quello del sindaco che certamente non si concluderà qui, ma avrà strascichi polemici anche nei prossimi giorni. Chi è stato più colpito non era in sala per replicare e non si esclude che possa farlo presto.
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