Lunedì 16 dicembre, grande evento al Liceo “Giosuè Carducci” di Nola! Il Liceo ha infatti ospitato il rapper di fama internazionale Clementino, il quale ha incontrato il Comitato Studentesco nella Biblioteca della scuola.
Presentato dal Dirigente Scolastico, prof. Francesco Sepe, il cantante, dopo aver accennato alla sua formazione e agli anni del liceo, ha risposto con entusiasmo alle domande del Preside e dei ragazzi, contestualizzando in primo luogo il rap all’interno della storia della musica italiana e, più in generale, internazionale, in una linea ideale che unisce De Andrè all’attuale generazione di cantastorie.
Le sue canzoni trattano tematiche contemporanee, sentite in particolare dagli abitanti delle regioni del Meridione italiano: così, il legame con il territorio emerge dai suoi testi, ai quali non può essere estraneo -e difatti non lo è!- il problema dell’inquinamento e della Terra dei fuochi, così come quello della camorra e della sopraffazione sociale, temi trattati con la sofferenza velata e l’amarezza dichiarata di chi vede maltrattato e ferito il paese in cui è cresciuto e a cui è profondamente attaccato.
A proposito del suo atteggiamento nei confronti dei grandi temi sociali e della denuncia sottesa ai suoi testi, Clementino si è presentato come un “erede” di Giordano Bruno, paragone che non deve stupire, se si pensa ovviamente non al sostrato gnoseologico, ma al messaggio sociale e all’atteggiamento critico nei confronti della società e della sue convenzioni.
Al Dirigente, che ha sottolineato la delicatezza e sensibilità di alcuni testi (come ‘O vient), il rapper ha risposto, ribadendo come il rap sia uno stile musicale sostanzialmente personale, di natura lirica, tenendo conto dell’ispirazione che sta alla base del genere lirico, ispirazione nutrita di sentimenti e ideali che appartengono al cuore dell’uomo in quanto tale.
Molte le domande degli studenti, curiosi di conoscere gusti e particolari biografici dell’artista, che ha raccontato delle sue preferenze musicali: cresciuto con la musica di Pino Daniele e Jovanotti, egli ha espresso il suo stupore -ancora vivo- per il successo che lo accompagna. Proprio tale stupore ha commosso e colpito gli astanti.
Negli occhi del cantante, i ragazzi hanno colto l’entusiasmo per il proprio lavoro e la semplicità del quotidiano, oggi difficile da trovare, semplicità che ricorda, nello sguardo critico con cui egli guarda alla vita, quella “poetica del fanciullino” di pascoliana memoria. In effetti, la scoperta che i ragazzi hanno fatto consiste nell’aver ritrovato una matrice “classica” nella formazione del proprio idolo, attento sempre a sottolineare il legame fra il proprio rap e il teatro, ma anche fra le proprie creazioni e la storia della musica.
Accolto dall’affetto dei ragazzi, il musicista ha regalato loro una mattinata di musica e di cultura che gli studenti del “Carducci” non dimenticheranno più. In particolare, con uno stile e un linguaggio assai vicini a quelli di adolescenti e giovani, è riuscito a comunicare pensieri e concetti che travalicano l’ambito della musica per investire i grandi temi che da sempre parlano al cuore dell’uomo.
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