POMIGLIANO D’ARCO- “Guarda in particolare al popolo della scuola come utente privilegiato”: è quanto recita il manifesto fondativo della Biblioteca Comunale, sita ormai da diversi anni nel Palazzo dell’Orologio. Eppure, a guardare come sono andate evolvendo le cose, in modo particolare negli ultimi anni, non sembra che quell’originario intento sia stato rispettato.
Solo ad esito di una mobilitazione portata avanti per diversi mesi da un comitato di fruitori del servizio biblioteca e del servizio aula studio si è riuscito, superando alcune incomprensibili reticenze iniziali, a disporre un ampliamento degli orari d’apertura di Palazzo dell’Orologio; a tal fine sono stati utilizzati, oltre ai dipendenti comunali, anche i dipendenti della Fondazione Imbriani. Quella stessa Fondazione nata con un importante fine culturale, e cioè redigere l’opera omnia di Vittorio Imbriani , ed invece impegnata oggi in manifestazioni del calibro della Festival della Pizza o della Befana del vigile. L’ampliamento degli orari di apertura, per quanto adesso consistenti rispetto ai precedenti, è comunque al di sotto dei normali standard delle biblioteche pubbliche (12 ore, e 24 ore in diverse realtà che si dotano di un sistema gratuito di banca del tempo). E’ evidente che esista una visione miope ed elitaria dell’utilizzo della struttura . Oggi questo luogo di cultura ospita un ufficio dell’Enam che si occupa della distribuzione dei sacchetti dell’immondizia. Diversi locali della struttura sono preclusi ad una fruizione pubblica perché concessi in comodato d’uso gratuito a fondazioni (tipo quella famosa che organizza il ‘Festival della Pizza’) o associazioni, molte delle quali esistono solo su carta.
A questi punti, che da soli già evidenziano una situazione paradossale, si aggiunge pure il quasi azzeramento dei fondi per l’acquisto di libri, anzi dal bilancio questa voce è stata addirittura eliminata.
Parallelamente a spese inutili e dispendiose (rotonda via Napoli, allargamento piazza G. Leone, vetrata Parco Pubblico), dai bilanci degli ultimi 4 anni risulta che la cifra destinata alla Biblioteca di Palazzo dell’Orologio è sempre stata di poche centinaia di euro, sufficienti a malapena all’acquisto di cancelleria e materiali di consumo degli uffici.
La vicenda in questione denota,dunque, l’irrilevante peso attribuito in questi anni a tematiche di importanza non calcolabile come la cultura, il sapere, la formazione.
Evidenzia inoltre non solo l’assenza di un minimo piano culturale per la Città ma anche lo smantellamento, in funzione dell’ormai tristemente famosa logica del ‘’dispettuccio’’, dell’ambizioso progetto originario: fare di Palazzo dell’Orologio uno spazio sociale, aperto, di formazione e sapere e renderlo il centro di coordinamento e raccordo di una fitta rete di aree culturali, tutte racchiuse in pochi metri in linea d’aria (Palazzo Esposito, Museo della Memoria, Distilleria). Oggi Palazzo dell’Orologio è diventato un contenitore vuoto, è compito di tutti noi fermare questo scempio.
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