DA METROPOLIS DEL 6 AGOSTO
Sant’Anastasia. Il Comune sfratta la Chiesa, o meglio gli toglie la gestione dell’oratorio gettando nello sconforto ragazzi e volontari che se n’erano occupati finora. Al centro della bufera una delibera di giunta che riguarda gli spazi comunali, sui cui sorgono dei campetti, alle spalle della chiesa di via Romani. A sollevare il caso il consigliere comunale del Pd, Franco Casagrande. “Con la delibera di giunta numero 113 del 23/07/2010 l’amministrazione comunale di Sant’Anastasia ha sfrattato l’oratorio”, spiega Casagrande, “revocando, dunque, una sua precedente disposizione (la n°160 del 14/05/2008) che dava in concessione alla parrocchia l’impianto sportivo adiacente alla chiesa per un periodo di 10 anni. Ma l’Amministrazione attuale ha deciso di revocare tutto per tutelare qualche personaggio che con tanta insistenza hanno voluto la fine dell’oratorio parrocchiale. Un gesto gravissimo , che annienta la buona volontà che i volontari ci avevano messo per ridare dignità ad una periferia già abbandonata a se stessa. Sviliscono, così, un lavoro capillare verso tanti ragazzi che con l’oratorio avevano trovato una famiglia e un luogo di aggregazione sociale”. Già perché i campetti, lasciati all’incuria per anni, erano stati ristrutturati dalla precedente amministrazione comunale e poi affidati alla parrocchia. “Il sindaco Carmine Esposito, il presidente del consiglio comunale Lello Abete, che nella loro campagna elettorale si sono dichiarati vicini ai giovani”, aggiunge l’esponente del Pd, “facendo capire che nelle loro intenzioni c’èrano buoni propositi, dicendo che si sarebbe fatto di tutto per togliere i ragazzi dalla strada avviandoli verso un percorso formativo ed educativo, invece ci troviamo con uno spazio destinato ad altri usi. Da premettere che l’ex sindaco Carmine Pone pur di dare questo spazio, l’unico della zona, ai ragazzi del quartiere spese 21mila euro per ristrutturarlo. Adesso cambiando la gestione tolgono un punto di aggregazione ai giovani rischiando un serio disagio”. Una decisione, quella dell’esecutivo di centrodestra, improvvisa. “La revoca è caduta sulla nostra comunità come un fulmine a ciel sereno”, conclude Casagrande, “non comprendo la decisione del sindaco, prima si impegnano per togliere i ragazzi dalla strada e poi dietro le pressioni di qualcuno ce li rigettano senza lasciargli punti di riferimento. A questo punto io con molti esponenti della comunità del quartiere Romani invitiamo il sindaco a revocare la delibera del 23 luglio”.
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.