venerdì 22 Novembre 2024
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“Il Casamale male in arnese”, lettera aperta sul centro storico

SOMMA VESUVIANA- Da Angelo Calabrese, Arcangelo Rianna, Biagio Esposito riceviamo una considerazione post festa delle Lucerne sul centro storico di Somma Vesuviana che di seguito pubblichiamo.

Il CASAMALE MALE IN ARNESE
-dal rito di passaggio a peggior vitaInconfutabilmente
ha più pratica del mondo non chi più vi ha vissuto,ma
chi più vi ha osservato,Quest’affermazione del Tommaseo vale anche per
il Casamale, antico nucleo abitativo, vero gioiello composito d’architettura
e umanità, vanto delle due anime di Somma, di quella che ne onora i fasti e
dell’altra ostile alla memoria storica. Non è che siano mancati o manchino
studiosi attenti alle memorie antiche e alle tradizioni locali storicamente e
scientificamente investigate. Persiste tuttavia una supponenza endemica
che non vuol saperne di sapere ed ostenta una superatissima mentalità che
ha tanto sapore di ostilità alle materne cose, da rifiutare ogni possibile
dialogo. Chi è invece avvezzo al colloquio riconosce la sua posizione
subalterna,come per dire di fronte al professori che professano e agli
insegnanti che operano nel solco tracciato al verbo disciplinante
dell’organizzazione verticistica. Accadeva una volta per i fedeli di parte
che si rifiutavano di accogliere una voce pensante che non fosse quella del
verbo presente sul foglio quotidiano regolamentare,ma i tempi sono
cambiati:chi non se n’è accorto persevera nell’errore, che è umano fino ad
un certo punto,poi, al fin della licenza,è diabolico. I vecchi di Somma,i
superstiti,sono rassegnati e contenti di fare come già si faceva,Si pongono
poche domande e poco badano alle risposte;i più giovani dovrebbero
razionalmente affrontare il discorso sulle loro origini,ma in questo non
potrebbero mai essere aiutati dai figli dei figli di quelli che badarono a
rifiutare la storia e contribuirono irresponsabilmente a sovraccaricare
d’ignoranza gli smemorati del nostro tempo. Nessuno per esempio si
chiede come il culto della Madonna della neve si sia sovrapposto ai residui
di culti pagani, mescolati in maniera indistricabile con le aggiunte
arbitrarie che comunque potrebbero essere giustificate,ma non certo nel
senso della verità o del possibile, verso il quale Voltaire già ci invitava ad
andare. Noi pure non sappiamo dove andiamo:nel tempo dell’incertezza e
del mondo impredicibile siamo viandanti verso il possibile,sempre intanto
nemici dell’improvvisazione e delle esorbitanze. Torniamo al Casamale e
alla Festa delle Lucerne. L’abbiamo studiata senza improvvisare e ritrovata
nella ben individuata consistenza,ma abbiamo il demerito di aver inteso
qualcosa. Altri si sono invece affannati a mettere insieme martedì grasso e
venerdì santo,carnevale e commemorazione dei defunti,residui del Dies
Irae, crapula e rassegnazione. La Festa delle Lucerne è una vera Festa:
Altre ritualità sono devozionali e, non a caso, la Paranza eletta al
ringraziamento nella Chiesa di Santa Maria a Castello ascolta l’assolo del
cantatore che precisa:queste non si chiamano feste,queste sono devozioni.
Poi saluta la Madonna come verginella e come vecchiarella, Maria e Iside
convivono ancora,ma per poco,in una voce memore di nulla,perché chi
canta non sa che canta. Tra poco chi non sa quello che fa e non avrà
perdono cristiano ,almeno ce lo auguriamo ,non capirà neppure il rito di
purificazione della Pertica e tutto il resto che conta. Qui è giusta la
domanda :il popolo deve sapere,ora che si va a scuola anche di ballo e
tammorra o deve vivere nel buio più nero di quello che già avvolse i padri
dei padri?Dovrebbero rispondere per primi coloro che nacquero a Somma
e poi diedero l’addio alla Montagna, sperando di trovare altrove fortuna.
Per loro tutto si ritrova familiare e domestico come per il povero Renzo
che nulla sapeva della storia della sua terra e viveva da buon cristiano
come accadeva a quelli che vivevano nel XVII secolo. Il problema più
grave consiste nel fatto che nessuno dei nativi,di Somma e del Casamale
sa dirci perché quella meraviglia si chiami così,E’ inoltre più facile
individuare per soprannome,spesso dispregiativo,una discendenza:.il
cognome è segreto o poco noto come la toponomastica che pochi
conoscono perché meno indaffarati e distratti. Alla saccente buonafede,è
necessario ricordare che lo straniero è per la sua condizione chi porta il
nuovo e con occhi altrettanto nuovi,forte di qualche conoscenza acquisita è
capace di decifrare,di investigare l’anima dei secoli nelle pietre che sono
paese e propongono grumi di sangue e pensiero ancora autentici. Lo
straniero vive in sintonia con chi ama veramente la propria terra,interroga
e s’interroga :Cerca tra le mura e le parole qualcosa che abbia riscontro
scientifico e non si bea delle espressioni travisate,delle accozzaglie di
misture verbali che i più vecchi di noi hanno colto sulle labbra delle nonne
che martoriavano il latino delle preghiere,così insensato da non dire niente
e intanto significare una sentita devozione. Dio ha perdonato quegli
scontrufoli? Siamo certi di sì: Dubiteremmo della sua misericordia se
perdonasse la propensione all’insipienza. Noi non abbiamo certezze,ma
non accettiamo che pur avendo iniziato a cercare di capire la ricchezza
della ritualità sommese facendola risalire ai giusti riti,da almeno
quarant’anni,ancora ci troviamo di fronte a delle ostinazioni che non
vogliamo giudicare. Sono di chi le propone ed è giusto che se le tenga.
Trent’anni fa cercammo di dare un contributo notevole alla ricerca sulla
Festa delle Lucerne e per i sordi e i ciechi, sempre comunque
diversamente abili, aprimmo le porte dell’Accademia Vesuviana di
Tradizioni Etnostoriche. Noi ne abbiamo fatta di strada. Lavoriamo ai
Paesaggi culturali con debita iscrizione all’ICOM, maison dell’Unesco,
facciamo il nostro dovere. Non. basta un falò di libri ad eliminare un
processo culturale attivo in area vesuviana, a Somma, Casamale compreso,
dove gli interessi locali stanno veramente a cuore a chi vi è nato e intende
essere custode della Tradizione. La Casa Delle Lucerne è attualmente un
Centro di Studi demoetnoantropologici, dove si raccolgono tesi di laurea
sul Casamale, si conservano lucerne datate, si custodiscono documenti e
foto di notevole significazione. Tutto è finalizzato alla conoscenza e alla
divulgazione dei Beni che l’Accademia custodisce nella sua imponente
biblioteca e Museo. Altri progetti possono essere arbitrariamente
strampalati e falsamente lungimiranti. Leggiamo che per una più ampia
visione di coinvolgimento civico si vogliono compresenti le lanterne cinesi
e le lucerne del Casamale, le luci che un sindaco geniale a Salerno ha
voluto come attrattore d’ampio respiro e i ritrovati della Finlandia.Ben
Venga questo stravolgimento generale. Radiamo al suolo il Casamale;
facciamo spazio agli extraterrestri, releghiamo dove si voglia la Madonna
della neve;cambiamo nome al mese d’agosto. Facciamo che la città delle
luci sia celebrata nelle festività natalizie:forse qualcuno vorrebbe abolire il
Natale?Tutto può essere, tutto può degenerare. Ma intanto parlare a
sproposito di Turismo,di Cultura,di enogastronomia, pensando all’uva
catalanesca che non basta neppure al fabbisogno locale è impresa che non
ci riguarda. La Festa delle Lucerne è una celebrazione rituale locale.
Finchè è tale, vive della sua unicità et de hoc satis. Per quanto concerne
l’addobbo scultoreo del Casamale siamo d’accordo. Basta un bando
ufficiale di concorso, aperto a scultori in pietra di chiara fama,con una
Giuria nazionale e il beneplacito della Soprintendenza che sa come
regolarsi in proposito. Abbiamo il merito,questo va riconosciuto di aver
espresso l’esigenza di restituire la giusta cadenza alla Festa delle Lucerne.
Abbiamo meritato poche simpatie quando siamo entrati nel merito della
inagibilità del Casamale, male in arnese da sempre ,ma abbiamo difeso la
Festa. Non c’erano altre Associazioni a darci man forte. Il Casamale ha
problemi endemici:
l’ignoranza,il fanatismo,la superstizione,l’omologazione,il sovraccarico
arbitrario degli elementi del rito. Per l’etnostoria va tutto bene:prendiamo
quello che c’è,senza però rinunciare a capire. Di fronte ad una congerie di
elementi arbitrari potremo prendere atto che si è scelto di inneggiare
all’ossimoro:peggio per quelli che salgono scendendo l’erta per la china.
Somma Vesuviana 10 Agosto 2015
F.to Angelo Calabrese
Arcangelo Rianna
Biagio Esposito

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