– Lo scorso 25 aprile, “Festa della Liberazione”, simbolicamente, sono ricominciate le riprese di “Terra Bruciata!”, film documentario diretto dal regista Luca Gianfrancesco inerente le barbarie naziste compiute nell’Alto Casertano nel 1943.
Splendida location il centro casertano di Riardo, dove, il 27 ottobre del ’43, vi fu la ribellione degli abitanti del luogo capeggiati dal vice commissario di polizia Rocco Piscitelli (interpretato dal’attore nolano Arturo Sepe) e da un maresciallo dei carabinieri. Il loro gesto servì a scacciare dal paese un drappello tedesco e salvare la vita ad alcuni soldati americani giunti poco prima a Riardo.
La narrazione del film-documentario parte dalle stragi di Conca della Campania per poi contemplare tantissimi altri episodi analoghi avvenuti nell’autunno del ’43 in Terra di Lavoro.
Il giorno successive al “ciak”, il 26 aprile, l’edizione delle ore 14,00 del TGR Campania di Rai 3, ha trasmesso il servizio realizzato dal giornalista Pasquale Piscitelli durante le riprese indicate. Protagonisti: il regista Luca Gianfrancesco, lo storico del film, il prof. Giuseppe Angelone, il sig. Fausto Russo, il testimone che ha ispirato la ricostruzione e l’attore Arturo Sepe, che ha interpretato il ruolo del protagonista dell’inedito episodio della “Resistenza”.
Molto soddisfatto ed orgoglioso, il Sepe si è espresso in termini entusiasmanti. “Nel Film ‘Terra Bruciata’ di Luca Gianfrancesco, che ringrazio per avermi dato questa significativa opportunità, interpreto il personaggio di Rocco Piscitelli, vice commissario di polizia di Riardo, divenuto capo partigiano nell’evolversi degli eventi”, afferma il poliedrico artista. E prosegue: “Sono sempre contento di prendere parte a progetti che mettono in luce avvenimenti di storia e di cronaca del nostro Paese. Penso sia cosa saggia servirsi del cinema come vettore di notizie cosi importanti e soprattutto portare alla luce i nomi degli eroi del nostro paese, che hanno fatto “La Nostra STORIA!”. E’ grazie a loro, alle loro gesta, al loro animo patriottico, al loro coraggio, che oggi viviamo in un paese libero. Gli dobbiamo tanto!”.
Arturo Sepe, attore di cinema e teatro, ha appena finito di girare “Babbo Natale non viene da nord” con Maurizio Casagrande. Il suo curriculum vanta partecipazioni a note pellicole quali “Il Peccato e la Vergogna 2”, “Squadra Antimafia 5”, “Capri 3”, “Distretto di Polizia 10”, “Ho Visto Le Stelle” di Vincenzo Salemme, “Manuale D’Amore” di Sergio Rubini, “Un Medico in Famiglia”, “Elisa di Rivombrosa”.
(Dalla pagina Facebook ) – Terra Bruciata! Il laboratorio italiano della ferocia nazista
IL PROGETTO “Terra Buciata!” nasce dall’incontro del regista Luca Gianfrancesco con il Prof. Giuseppe Angelone (docente di Cinema, Fotografia e Televisione alla Seconda Università di Napoli) che da anni si occupa delle vicende legate allo stragismo nazista in Terra di Lavoro. Inoltre, la consulenza scientifica è affidata al Prof. Giovanni Cerchia (Professore associato e coordinatore del curriculum storico del dottorato di ricerca presso l’Università degli Studi del Molise).
TRAMA: “Terra Bruciata” è un film-documentario che ricostruisce le violenze naziste nel territorio dell’Alto-Casertano nell’autunno 1943. La narrazione parte dalle stragi di Conca della Campania per poi allargare lo sguardo su tutto il fenomeno dello stragismo nazista in “Terra di Lavoro”. L’episodio di Conca della Campania infatti non è un caso isolato. Esso si colloca, cronologicamente, tra le ultime stragi ad aver luogo in quello che, in seguito all’Armistizio dell’otto settembre, è stato il primo territorio italiano a diventare “zona di operazioni” sottoposto alle leggi di guerra tedesche. Una lingua di terra di pochi chilometri dietro la linea del fronte che i vertici militari tedeschi, con una raffica di ordinanze, trasformano letteralmente in “Terra bruciata”. In poco più di tre mesi, la provincia di Caserta, in fatto di vittime civili provocate dalle rappresaglie naziste, pagò un prezzo altissimo, secondo solo a quello della provincia di Arezzo. Complessivamente i caduti in “Terra di Lavoro” furono circa 1000. La tesi centrale del film si articola intorno alla rappresentazione dell’Alto Casertano come una sorta di laboratorio nel quale ai tentativi della popolazione civile di opporsi ai rastrellamenti, agli sgomberi, alle violenze sulle donne e alle razzie di ogni genere i comandi tedeschi rispondono con decine di eccidi. Alla nascita di quello che lo storico Giuseppe Capobianco definì come “Laboratorio della Resistenza” l’occupante tedesco rispose con la messa a punto di tutte quelle pratiche repressive che furono poi applicate, in maniera seriale, nelle ben note vicende delle Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto e, più in generale, in tutti gli eccidi dell’Italia centro-settentrionale. Pagine del nostro passato che, insieme ad una storia della Resistenza nel Mezzogiorno, sono state sinora incomprensibilmente trascurate, cancellate dalla memoria collettiva e individuale.
CON: Antonio Pennarella, Paola Lavini, Antonello Cossia, Mino Sferra, Gabriele Marcello, Eliana Conte e, nei ruoli dei militari tedeschi e americani le associazioni: “Noi Soldati al Fronte 43 45″, “Associazione e Museo Historicus” e “Winterline Venafro”.
REGIA, SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Luca Gianfrancesco.
Il film-documentario è prodotto da Mediacontents Srl. Un contributo determinante è arrivato dalla “Comunità Montana Monte Santa Croce” e dal suo presidente Alberico Di Salvo che ha assistito la produzione sin dagli esordi del progetto, dai comuni di Pietravairano, Teano, Bellona, Presenzano, Vairano Patenora. La Fondazione “Parco della Memoria Storica” e i Comuni di San Pietro Infine e Mignano Monte Lungo hanno fornito invece le location e la logistica. Altri comuni, che inizialmente hanno mostrato interesse, al momento non hanno confermato la loro adesione.
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