Nemmeno una notizia come quella delle presunte tangenti pagate da un imprenditore all’assessore all’Ambiente ed all’Ecologia Raffaele Angri ed a Celeste Allocca, figlio del sindaco di Somma Vesuviana Raffaele ha destato dal sonno la Casta politica cittadina. Naturalmente non è semplice aprire bocca su una vicenda del genere senza passare per malefici garantisti o giustizialisti indefessi. C’è però un senso di disagio nel constatare che nessun operatore politico cittadino ha espresso una sola riflessione sulla vicenda che con ogni probabilità potrebbe approdare nelle aule di un tribunale. Ci saremmo aspettati che il Pdl si dichiarasse solidale con il “suo” sindaco. Ci saremmo aspettati inoltre che i tanti peones (da Alleanza per Somma a Progetto Somma passando per il Mpa) affollanti gli scranni della maggioranza di Palazzo Torino si battessero e si affannassero per spiegare ai cittadini, presi alla sprovvista da una notizia del genere, la trasparenza e la pulizia del proprio operato amministrativo. Invece niente di tutto ciò è avvenuto. Nulla, il vuoto assoluto nel deserto del pensiero e delle parole della Casta politica cittadina. Si perché se la maggioranza è in rigoroso silenzio non meglio stanno il Pd, l’Udc e la sinistra locale anche loro distanti anni luce da un operato che potrebbe avere qualcosa a che fare con un atteggiamento “politico”. Così una faccenda riguardante per certi versi l’intera comunità è diventata privata e dai connotati familistici. E questo, a mio modestissimo avviso, segna un solco pericoloso nel rapporto tra la Casta e cittadini, già di per sé disgustati dall’arroganza e l’inettitudine di una certa classe dirigente. A questo punto c’è seriamente da prendere in considerazione il fatto che i partiti politici (e i loro rappresentanti) siano diventati delle ghirlande colorite da affiggere sui muri della nostra cittadina durante le tante campagne elettorali. E allora sì che si sentono e leggono fiumi di parole di cui potremmo fare anche a meno.
Gaetano Di Matteo

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